Via Veneto
Quando Villa Ludovisi fu venduta e lottizzata, le strade del nuovo quartiere Ludovisi in gran parte coincisero con i viali che aveva disegnato nel 1621 il grande architetto dei giardini André Le Nôtre; il viale che scendeva da Porta Pinciana arrivando sino al Palazzo ora è una delle vie metropolitane più conosciute del mondo: Via Veneto.
Il progetto del nuovo rione Ludovisi prevedeva alcune strade ampie, adatte anche alla nuova mobilità. Via Veneto nasce come “Passeggiata Umbertina” nel 1894 e collega Piazza Barberini con Porta Pinciana, come strada principale del quartiere più lussuoso di Roma divenuta capitale d’Italia; vi si costruiscono villini signorili e palazzi nobiliari, caffè e restaurant alla moda per l’alta borghesia e l’aristocrazia, qui arrivano anche le compagnie straniere per investire nella costruzione di grandi alberghi di prima categoria.
I grandi alberghi favorirono lo spostamento dei viaggiatori dallo storico “quartier des etrangers” tra Piazza del Popolo e Piazza di Spagna, inoltre, dagli inizi del ventesimo secolo un altro fattore influì sulla scelta dei nuovi alberghi: l’uso delle automobili per le quali l’ampiezza delle strade del nuovo quartiere era quanto mai necessaria.
Lungo la nuova arteria, ma anche nelle vie traverse, furono costruiti i grandi alberghi che mancavano a Roma; nel 1906 il barone Von Pfyffer, proprietario anche del Grand Hotel, inaugurò il primo albergo di lusso di Via Veneto, l’Excelsior.
Bisogna aspettare il 1926 per la costruzione di un altro albergo che rappresenta la risposta razionalista dell’architetto Marcello Piacentini alle linee barocche dell’Excelsior: il Palace. Il nome fu scelto dall’architetto per riallacciarsi in chiave moderna ai palazzi delle ambasciate della Roma barocca. All’interno dell’Hotel Palace sono presenti affreschi dell’artista veneziano Guido Cadorin; curiosa è la fontana per i cani, realizzata nella facciata dell’Hotel.
La fama che Via veneto si è guadagnata nel tempo non era legata solo ai grandi e lussuosi alberghi che vi furono realizzati, ma anche ad altri locali, i bar, i ristoranti ed i locali notturni. Una curiosità è che quello che si può definire il primo locale notturno di Via Veneto, aperto agli inizi degli anni Cinquanta, si trova nei locali affittati dai Padri Maroniti all’angolo tra Via di Porta Pinciana e Via dell’Aurora, ed era frequentato dai miliardari americani che alloggiavano all’Excelsior, al Palace, al Flora, al Regina Carlton.
E poi c’erano i caffè; nella parte «nobile», una sorta di Rive Gauche di Via Veneto, c’era il Caffè Doney, frequentato da intellettuali e professionisti affermati, poco più su verso Porta Pinciana c’era il Caffè Strega.
Il caffè al 173 di Via Veneto era il ritrovo abituale del poeta Vincenzo Cardarelli, mitico direttore del settimanale La Fiera Letteraria; da quei tavoli dove si sedevano negli anni cinquanta i nomi dell’effervescenza letteraria italiana nacque l’idea del più importante premio letterario italiano, il “Premio Strega”. La prima edizione nel 1947 la vince Flaiano, all’Hotel de la Ville, e la seconda Cardarelli.
Ma anche il cinema italiano deve il suo tributo al Caffè Strega; Federico Fellini qui parlava del suo Otto e mezzo e della “Dolce vita” prima che il film diventasse il manifesto di Via Veneto nel mondo.
di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 25/01/2016)
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