Villa Medici a Roma
Lungo il viale che dalla Piazza di Trinità dei Monti porta al Pincio si apre l’ingresso di una delle più belle Ville Rinascimentali di Roma: Villa Medici. La vista che si gode dai suoi giardini è unica, ma questo lo sapevano già gli antichi romani che vi avevano costruito le loro ville urbane.
Plutarco racconta che "Lucio Licinio Lucullo abbandonò i pubblici affari sia perché essi erano ormai fuori controllo e corrotti, oppure, come qualcuno sostiene, perché egli aveva raggiunto il culmine della gloria e si sentiva in diritto di adagiarsi in una vita di agi e di lusso". Sulla collina che sovrastava il Campo Marzio il ricchissimo Lucullo costruì una bellissima villa urbana, nota come Horti Luculliani, che gli antichi consideravano una delle dimore degli dei.
L'edificio e gli horti occupavano le pendici della collina con una serie di terrazze, collegate da scalinate monumentali. La terrazza più alta si raggiungeva con una scalea trasversale a due rampe ed era decorata da una grande bellissima esedra, sormontata da un edificio circolare simile a un tempietto, proprio dove oggi si trova il belvedere di Villa Medici.
La villa di Lucullo era talmente bella che Messalina se ne innamorò e per averla fece condannare ed uccidere il nuovo proprietario, ma la villa non gli portò fortuna: Messalina, appena ventenne, fu uccisa per ordine di Claudio proprio negli horti.
La villa entrata nei beni imperiali fu rivenduta ai privati ed infatti nel IV sec. ne erano proprietari i Pincii, da cui deriva il nome con cui è conosciuta oggi la zona. Sembra che vi abbia soggiornato l’imperatore Onorio nel 403-404, quando venne a Roma per festeggiare il suo trionfo sui Visigoti, ed anche il generale Belisario. Dopo il VI secolo la villa cadde in stato di abbandono.
Nel 1564 il Cardinale Ricci di Montepulciano la acquistò che era solo una vigna con un piccolo fabbricato usato per i soggiorni estivi. Iniziarono i lavori per trasformare la casina in una residenza e sembra che vi abbia collaborato anche Michelangelo. I nipoti che ereditarono la villa la rinnovarono ed abbellirono aprendo anche un ingresso monumentale su via di Porta Pinciana e costruendo la salita di S. Sebastianello dopo aver comperato due vigne vicine.
Nel 1576 la proprietà fu acquistata dal Cardinal Ferdinando de Medici, che affidò i lavori a Bartolomeo Ammannati. Nella villa il giovane Cardinale iniziò a collezionare capolavori dell’arte romana che comperava dagli scavi per le fabbriche in Campo Marzio, a cui si aggiunsero le statue ed i bassorilievi che emersero durante i lavori di ampliamento della villa. I pezzi più importanti vennero sistemati in un Antiquarium, ma altri furono incastonati nella facciata della villa; mentre i ruderi furono semplicemente ricoperti di terra, come il Tempio dedicato alla Fortuna che si trova nella zona del giardino sistemata a silva nel lato nord verso le Mura Aureliane, o posti a decorazione del giardino, come il gruppo dei Niobidi, probabilmente parte del frontone del tempio di Apollo Sosiano nel Foro Boario. Di questa esposizione facevano parte sicuramente le statue -oggi alla Loggia dei Lanzi in Firenze-, la Venere de’ Medici ed il Cratere attico - agli Uffizi. Quando Ferdinando de’ Medici dovette tornare a Firenze per diventare Granduca di Toscana, portò con sé molte delle opere d’arte che vi erano custodite. La villa passò al nipote Alessandro de’ Medici, anche lui cardinale, che diventerà Papa Leone XI ...
Per leggere tutto l'articolo iscriviti!
di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 01/04/2015)
Articoli correlati: