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Le matrone romane volevano due mariti


Nelle storie che Macrobio riporta nel I Libro dei Saturnali c’è quella di Papirio, giovane dell’aristocrazia romana che per un giorno fece scendere in piazza le matrone contro il Senato.
La storia risale ai tempi in cui i Senatori usavano farsi accompagnare in Senato dai figli quando ancora portavano la toga praetexta, ovvero erano giovinetti che non avevano ancora raggiunto 15-17 anni; la toga praetexta fu introdotta a Roma da Tullio Ostilio e l’uso fu inizialmente attributo per i magistrati fin quando Tarquinio Prisco ne donò una al figlio quattordicenne che in battaglia aveva ucciso un nemico. Da allora i ragazzi delle famiglie patrizie cominciarono ad indossare la praetexta, in particolare i figli degli ex magistrati. Era bordata da una striscia di porpora ed ai tempi della seconda guerra punica anche i figli dei plebei, purché nati da matrimoni regolari, furono autorizzati ad indossare la praetexta.
La storia riguarda un ragazzo Papirio che apparteneva ad una importante e potente famiglia patrizia: un giorno aveva accompagnato il padre in Senato per ladiscussione di una legge molto delicata ed importante, ma poiché non si riusciva a venirne a capo, si decise di rimandarla al giorno successivo, raccomandando il massimo riserbo affinché la notizia non trapelasse finché la decisione venisse presa e la legge promulgata.
Tornato a casa, il giovane Papirio venne interrogato dalla madre sull’oggetto della discussione ma il giovane oppose un fiero rifiuto, spiegando che la notizia doveva restare riservata. Ma la madre era molto insistente e Papirio, per rispetto e per porre termine all’interrogatorio, decise di inventare la storia di un argomento “delicato” e di confessarlo alla madre, con l’indicazione di conservare il segreto; il ragazzo raccontò alla madre che in Senato si discuteva se fosse nell’interesse della collettività e di Roma permettere alle donne romane di avere due mariti oppure consentire che due donne potessero andare in spose allo stesso uomo.
Dopo poche ore tutte le matrone di Roma erano a conoscenza della “questione” segreta e la mattina successiva in Campidoglio, all’ingresso del Senato, una folla di matrone sbarrava il passaggio ai senatori che stavano entrando, chiedendo a gran voce che venisse approvata la mozione con cui era concesso alle donne la facoltà di avere due mariti ed assolutamente respinta la mozione opposta per cui due donne potevano andare spose allo stesso uomo.
I senatori sulle prime caddero dalle nuvole, ma poi in Senato la questione fu chiarita.
Il Senato lodò la lealtà e l’ingegno del ragazzo, e prese la decisione che da quel momento in poi i ragazzi non sarebbero più potuti entrare in senato con i genitori, tranne Papirio, al quale fu concessa ad honorem la maggiore età ed il cognome “Pretestato”, il cui significato è “saggio”, per la prudenza nel tacere.

Macrobio riprese la storia dalle “Notti Attiche” di Aulo Gellio, scrittore e giurista del II secolo ma la fece raccontare nel suo “Saturnali” da un discendente di Papirio, Vetto Agorio Pretestato che fu importante uomo politico sotto l’imperatore Giuliano.
Ambientato al tramonto dell’Impero Romano, i Saturnali sono un poema in sette libri in cui l’invenzione letteraria è quella del convivio durante Saturnalia, la festa di Capodanno dei Romani; durante i festeggiamenti che durano tre giorni gli eruditi del tempo si raccontano storie e discutono di argomenti filosofici o si pongono domande sulla conoscenza, ed è qui che compare per la prima volta il quesito:

"Ovumne prius fuerit an gallina?"
E' nato prima l’uovo o la gallina?





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 10/09/2015)