17 a.C. Ludi Saeculares
Valerio Publicola nell’anno 509 a.C. aveva istituito dei Ludi da celebrarsi di notte presso il Tevere, per invocare la prosperità e la libertà del popolo romano; si celebravano nel Terentum, dove esisteva un'ara sotterranea sacra a Dite e a Proserpina a cui andavano offerti sacrifici con cerimonie solo notturne.
I Ludi erano per i romani un complesso di avvenimenti in cui la celebrazione dei riti religiosi prevedeva anche lo svolgimento di attività ludiche che coinvolgevano tutto il popolo di Roma; i giochi potevano comprendere duelli di gladiatori, naumachie, gare ginniche ed equestri e rappresentazioni teatrali; potevano essere privati o pubblici, e l’onere del costo veniva assunto più spesso dai personaggi più importanti che non dallo stato. In genere avevano cadenza annuale ed erano celebrativi degli dei o commemorativi di eventi importanti; i più importanti erano i Ludi Saeculares che i più fortunati potevano vedere almeno una volta nella vita. In tutta la storia di Roma Antica furono celebrati poche volte perché venivano indetti a grande distanza di anni.
I primi ludi furono celebrati nel 509 a.C., i seguenti ci furono nel 348 a.C.; nel 249 il decemviro Popilio Lenate avrebbe deciso di rinnovarli ad ogni fine di secolo, e stabilito la loro durata di 3 giorni e di 3 notti. Sebbene chiamati ludi saeculares in realtà non furono celebrati precisamente alla fine di ogni secolo, ma soltanto a grande distanza di anni; da Popilio Lenate ad Augusto furono celebrati tre volte (249, 146, 17 a. C.), circa ogni 100 anni.
Fortunatamente per comprendere la portata dell’evento che i Ludi Saecolares rappresentavano ci si può riferire ad una ricca documentazione epigrafica che va dall’iscrizione di Publio Valerio Publicola, ritrovata nel 1977 a Satricum nel territorio di Anzio, agli acta ed a tutti i contributi letterari che ci hanno lasciato Tito Livio, Varrone, Svetonio, ed altri.
Il Lapis Satricanus è il documento che ha permesso di stabilire con certezza l’anno in cui i Ludi furono indetti per la prima volta; l’epigrafe riporta il testo frammentario della dedica di un dono votivo a Marte, il cui nome è riportato nell’arcaica forma raddoppiata Mamartei → Marti, con il nome di Publio Valerio, sicuramente il console suffetto che sostituì Collatino nel 509 a.C..
La nascita dei Ludi Saeculares affonda nella mitologia; la leggenda vuole che un sabino di nome Valesius pregò Mamerti per avere una cura per i propri figli malati, il dio diede l’indicazione dei sacrifici che dovevano essere fatti all’altare di Proserpina e di Dite, le divinità dell’oltretomba; il Valesius della leggenda era l’antenato del console Publio Valerio Publicola appartenente alla gens Valeria.
La gens Valeria celebrò i sacrifici al Terentum, in extremo Campo Martio, e per questo inizialmente i Ludi si chiamarono Terentini (o Tarantini) e furono una celebrazione a prevalente carattere privato della gens Valeria che almeno fino al 348 a.C. ne assunse l’organizzazione e l’onere. I Ludi successivi furono celebrati nel 249 a.C. e furono statalizzati nel momento tragico della Prima Guerra Punica.
Gli studiosi moderni hanno cercato di stabilire, sulla base delle testimonianze degli scrittori e cronisti dell’antica Roma, il numero dei Ludi Saeculares, ricerca per cui è considerato fondamentale il testo di Censorino (Filippo Coarelli) da cui si evince:
- Primus ludus: istituiti da Valerio Publicola nel 509 a.C. ( CCXLV post Urbem conditam) dopo la consultazione dei Libri Sibillini per una epidemia che colpiva i bambini appena nati;
- Secundus Ludus: furono celebrati nel 348 aC. per celebrare una serie di eventi che avrebbero dovuto portare una lungo periodo di pace e prosperità: un trattato con Cartagine
- Tertius Ludus: 249 a.C. alla fine della Prima Guerra Punica
- Quartus Ludus: celebrati nel 146 a.C., furono dei ludi “pro victoria” ovvero la celebrazione di un trionfo per la definitiva sconfitta di Cartagine e l’inizio della supremazia romana nel Mediterraneo
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 12/02/2016)
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