Augustalia
Nel 19 a.C. Augusto concluse un trattato con i Parti che gli consentì di portare i regni che si trovavano ad ovest dell’Eufrate sotto il controllo di Roma come la Giudea, oltre a rafforzare i rapporti con altri stati già clienti come la Cilicia, la Commagene, la Nabatea, l’Itturea ed Emesa.
Fu sicuramente una vittoria della pax augusta, una vittoria diplomatica e politica. Quando la notizia del trattato giunse a Roma, il Senato decise di tributargli gli onori e fece costruire un altare fuori Porta Capena che fu denominato Ara Fortunae Reducis.
Fu lo stesso Augusto ad inaugurare il 12 ottobre quando arrivò a Roma l’altare; la dedicatio fu poi fatta il 15 dicembre e da allora il tempio è comparso in molte monete.
Il significato letterale di Fortuna Redux è "Dea che favorisce i ritorni" ed era una forma particolare della Dea Fortuna; i suoi attributi erano la cornucopia della fortuna e, a simboleggiare la funzione specifica un timone e/o un globo. Dopo il 19 d.C. la Fortuna Redux ricevette sacrifici annuali da parte del collegio dei pontefici e delle Vestali con cerimonie proprio presso l'Ara di Porta Capena.
Il culto della Fortuna Redux era molto diffuso in tutto l’Impero Romano e ci sono templi ed are in diverse città dove andavano i soldati che si erano salvati ad esaudire i voti fatti alla Dea durante la guerra.
Anche altri imperatori dopo Augusto, celebrarono il culto della Fortuna Redux, tra gli altri Caracalla, Settimio Severo e Gallieno che come Augusto fecero coniare delle monete che riportavano al retro proprio l’immagine della Dea.
Dell’onore che il Senato gli tributò e dell’Ara racconta lo stesso Augusto nelle Res Gestae:
"In onore del mio ritorno il senato consacrò l'Ara della Fortuna Reduce davanti ai templi di Onore e Virtù a Porta Capena; dispose che in essa i pontefici e le vestali ogni anno celebrassero un sacrificio nel giorno in cui ero ritornato in città dalla Siria, sotto il consolato di Quinto Lucrezio e di Marco Vinicio, e denominò Augustalia quel giorno, dal mio cognome”.
Il nome Augustalia dopo la morte di Augusto, passò ad indicare anche i "ludi divo Augusto et Fortunae Reducis", giochi in onore dell'imperatore divinizzato e della dea che si svolgevano in un primo momento a partire dal 5 ottobre, quando divennero ufficiali nel 14 d.C. – dopo la morte di Augusto – furono iscritte nei fasti e celebrate ogni anno dal 3 al 12 ottobre.
Alla festa furono poi associati dei ludi e la celebrazione solenne di un sacrificio nel tempio di Augusto sul Palatino. I Ludi, per volere di Tiberio, si svolgevano a Boville - tanto che sono conosciuti anche come Ludi di Boville - perché divennero anche celebrativi della gens Julia che era indicata come originaria appunto da Boville. La cittadina di Boville si trovava nell’ager romanus nella località conosciuta come Frattocchie vicino a Marino, già dal VI sec. a.C. era il primo centro abitato che si trovava dopo essere usciti da Roma.
A Boville si svolgevano le corse dei carri per le quali fu costruito un circo molto grande, ben 337,50 metri in lunghezza per una larghezza di 68,60, era più grande del Circo Vaticano e conteneva fino a 10.000 spettatori.
Per le celebrazioni era stato anche istituito un collegio di sodales augustales, composto di 21 membri tutti appartenenti alla classe senatoria che erano incaricati di provvedere al culto della gens Julia, offrendo sacrifici nel Tempio dedicato ad Augusto alle pendici del Palatino, mentre il popolo partecipava ai Ludi di Boville offerti dai cittadini più importanti.
Anche nelle provincie si celebravano gli Augustalia e ben presto essere tra gli Augustales consentiva di mettersi in vista andando a far parte di una sorta di aristocrazia delle provincie. In alcune città dell’Asia Minore ed a Napoli venivano celebrate secondo l’usanza greca come Sebastai, ovvero gare ginniche e musicali.
di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 22/11/2015)
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