La Regina Margherita ed i giovedì letterari
Roma è stata la capitale del Regno d'Italia solo dal 1870 al 1946 e dei quattro re e delle loro regine solo una è stata capace di conquistarsi l'affetto degli italiani, Margherita che fu regina dal gennaio del 1878 al luglio del 1900 quando il Re Umberto venne ucciso nell'attentato di Monza. Pur essendo stato Umberto I il secondo re d'Italia, Margherita fu la prima Regina d'Italia.
Quando il Quirinale divenne la residenza del nuovo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II non vi portò una regina poiché aveva una moglie morganatica, la “bela Rosin” che viveva a Villa Mirafiori; anzi il Re viveva poco a Palazzo sia perché amava la caccia, sia perché la sera usciva e raggiungeva la Contessa di Mirafiori; la vita mondana era poca a Palazzo Reale.
Cambiò tutto quando divenne Re Umberto I; il giovane re era sposato con la cugina Margherita, figlia del Duca di Genova, bella e vivace che predispose un’agenda di attività che regolarmente si svolgevano al Quirinale.
In particolare nel clima di rinnovamento culturale di una Roma non più papalina , se il mercoledì era il giorno della settimana dedicato ai ricevimento ed al ballo, il giovedì nei saloni creati per le udienze ecclesiastiche si tenevano riunioni artistico-letterarie a cui partecipavano gli esponenti più in vista della cultura romana e italiana: D’Annunzio, Fogazzaro, Pascoli e Carducci che dopo l’incontro con Margherita abbandonò la sua fede repubblicana per quella monarchica.
Margherita che amava la cultura e si dilettava nella musica, si circondava di poeti, intellettuali e artisti che trovavano il lei una fonte di ispirazione e un modello di grazia ed eleganza.
Il circolo culturale di Margherita di Savoia era aperto alle menti illuminate senza riguarda al ceto e per questo motivo fu molto apprezzata dai poeti e questa tendenza culturale, che oggi si potrebbe definire di sinistra, alimentò sicuramente l’immaginario collettivo e fece di lei uno dei personaggi più amati dopo l’unità d’Italia insieme a Garibaldi.
Frequentarono il suo circolo nomi famosi come Marco Minghetti suo fidato amico oltre che per due volte presidente del Consiglio, lo storico Ferdinand Gregorovius , il filologo e antesignano dei giornalisti Ruggiero Bonghi , Emilio Broglio politico e giornalista che affidò ad Alessandro Manzoni la Commissione che decise sulla lingua da adottare dopo l’unità d’Italia, il barone archeologo Giovanni Barraco la cui collezione privata è oggi il Museo Barraco; i protagonisti della musica da camera e artisti come Giacomo Favretto e Michele Gordigiani la circondavano, fondando quel mito chiamato “Margheritismo”.
Minghetti fu tra i primi frequentatori, al Quirinale, del salotto pomeridiano e serale della regina, ma, quando questa decise di imparare il latino, a quelle visite si aggiunsero le quasi quotidiane lezioni mattutine che dovettero contribuire a far sorgere, tra i due, quel grado di confidenza e di intimità intellettuali delle quali è traccia nella corrispondenza che ebbero.
MInghetti muore nel 1886 e la Regina Margherita così confessa il suo dolore ad un’amica: «mi pare ancora impossibile che non debba più vederlo la mattina, come da vari anni ero abituata, ed era un’abitudine dolcissima, perché è difficile sentire parlare in modo più elevato senza nessuna pedanteria ed in una maniera che ogni parola era una luce del cuore e della mente» ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.1 - 06/01/2018)
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