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Tempio del Divo Romolo


Il tempio si trova dove la Via Sacra sale verso la Velia, tra la piazza del Foro Romano e l’Arco di Tito; fu voluto dall'imperatore Massenzio e dedicato al figlio morto in giovane età all'inizio del IV secolo. Nel 309 d.C. morì il giovane Valerio Romolo e Massenzio, allora imperatore, lo fece proclamare Divus (Divino) e volle dedicare un tempio per il suo culto.
La porta di bronzo, fiancheggiata da due colonne di porfido è quella originale.
Massenzio fu l’ultimo imperatore a risiedere stabilmente a Roma e cercò di riportare l’Urbe al suo splendore sia costruendo che restaurando molti edifici pubblici e per il culto del figlio morto trasformò in heroon il vestibolo del Tempio della Pace (75 d.C.), ormai in abbandono da tempo.

L’edificio fu terminato da Costantino che probabilmente lo destinò ad un uso diverso; dopo la fine dell'impero romano d'occidente, Amalasunta, figlia del re degli Ostrogoti Teodorico, donò al Papa Felice IV ( 527) un'aula del Tempio della Pace che divenne la chiesa dei SS. Cosma e Damiano ed il Tempietto di Romolo fu trasformato nel suo atrio.
Durante il Medioevo si perse la memoria di cosa fosse e fu creduto sia il Tempio dei Penati che quello di Giove Statore (monumenti di cui solo da poco si sono individuati i resti).
L'accesso al tempio si trova alla quota che aveva originariamente e si apre sulla Via Sacra mostrando la stessa facciata che aveva allora; oggi appare sopraelevato perché durante gli scavi dl XIX secolo la ricerca arrivò sino alle quote dell'epoca arcaica rimuovendo una pavimentazione del tardo impero scambiata per medievale.
All'interno – ora vestibolo della Basilica dei SS. Cosma e Damiano - è possibile vedere la struttura originale del tempio ed alcuni affreschi in due sale che mettono i comunicazione con la parte centrale del tempio (ora abside della chiesa) che si trova ad una quota inferiore.

Il Tempio fu costruito in mattoni ed era completamente rivestito da lastre di marmo che furono asportate nel medioevo; il corpo centrale è di forma cilindrica, la copertura a cupola è stata parzialmente rimaneggiata ed è coronata da un lanternino costruito in epoca moderna. La facciata ha invece un andamento rientrante ad emiciclo che presenta quattro nicchie attualmente murate, dove si dovevano trovare delle statue. La parte meglio conservata è il portale, affiancato da due colonne di porfido rosso (il marmo degli imperatori) con capitelli corinzi in marmo bianco che sorreggono una trabeazione riccamente decorata di reimpiego, così come la cornice, anch'essa rifinita da dettagli pregiati: splendida la porta di bronzo, una delle poche romane rimaste, che è ancora funzionante.

Il portone di bronzo è di età imperiale e con le porte di bronzo della Curia Julia, oggi montate nella Basilica di San Giovanni in Laterano, sono gli unici originali romani arrivati fino ad oggi. Il portale bronzeo del Tempio del Divo Romolo era riccamente ornato, con ai lati due ali di mura e altri elementi decorativi oggi andati perduti, ma ciò che desta ancora ammirazione è la sua serratura ancora perfettamente funzionante. Il meccanismo è notevole per la sua semplicità. La chiusura avviene per mezzo di due sbarre, una verticale ed una orizzontale, appoggiate entrambe su una ruota dentata che gira sul suo asse per mezzo della chiave. Per aprire la porta si gira il cilindro di 180° si alza così la sbarra verticale e si rimuove quella orizzontale; la chiusura si ottiene automaticamente facendo scendere a sbarra verticale nella soglia inferiore attraverso il foro nella ruota che per gravità si muove facendo entrare la sbarra orizzontale nel buco di chiusura; dall’interno la serratura si può azionare spingendo il battente a mano e facendo cadere il saliscendi per forza di gravità.





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 29/09/2015)