Tempio di Giove Statore in Palatio
La leggenda vuole che il Tempio sia stata eretto da Romolo presso la Porta Mugonia, nel punto in cui egli fece voto di onorare Giove con una aedes se avesse “fermato” la ritirata dei Romani che incalzati dai Sabini si stavano ritirando entro le mura:
"Hic ego tibi Templum Statori Iovi … voveo"
Secondo la leggenda Giove si pose saldamente in piedi davanti al nemico fuori della Porta Mugonia, questo infuse nuovo coraggio agli uomini di Romolo che contrastarono validamente i nemici e riuscirono a respingere l’attacco per poi continuare il confronto che, sempre secondo la leggenda, fu poi interrotto da Ersilia e dalle altre donne sabine ormai mogli dei romani.
Per il voto che aveva fatto Romolo costruì un fanum fuori le mura della sua Roma, doveva trattarsi di un’area consacrata con un’ara arcaica ed un pozzo votivo; sarà poi Attilio Regolo a costruire un vero tempio nel 294 a.C. quando durante la battaglia di Lucera, nel corso della terza guerra sannitica, invocò l’intervento di Giove Statore per fermare i propri soldati che impauriti dal nemico avevano cominciato a fuggire dal campo di battaglia, e gli votò la costruzione del tempio nel luogo dell’ara di Romolo.
La riedificazione del Tempio da parte di Attilio Regolo fu molto importante perché trasformò il fanum di Romolo in una ampia e bellissima aedes che sorgeva nello stesso sito e doveva essere veramente grande perché non solo nel 207 a.C vi si riunirono ter novanae virgines per cantare un carme composto da Livio Andronico, ma Cicerone vi fece riunire il Senato per denunciare la congiura di Catilina.
Secondo quanto riferisce Plutarco, Cicerone convocò la riunione del Senato nel Tempio di Giove Statore, che quindi era in grado di contenere ben 300 persone e vi pronunciò la prima Catilinaria il cui famoso incipit è:
"Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?"
"Fino a quando intendi abusare, o Catilina, della nostra pazienza?"
E che si concluse con una preghiera a Giove Statore affinchè aiutasse a fermarlo.
Un altro famoso evento che si svolse nel tempio fu l’asta per la vendita dei beni confiscati a Pompeo dopo la sua morte; all’asta nessuno osava fare un’offerta, solo Marco Antonio fece la sua ed acquisì la proprietà di tutte le case ed i beni di Pompeo. Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che dietro all’offerta ci fosse in realtà Giulio Cesare, possibilità che sembra confermata dal fatto che Marco Antonio non andò mai ad abitare in nessuna delle case di Pompeo che, poi con Ottaviano passarono nel demanio imperiale.
Il Tempio si trovava in summa via sacra e, come racconta Plinio (Naturalis Historia) citando Annio Feziale, proprio di fronte al tempio si trovava la domus Tarquinii nel cui vestibolo era posta la statua a cavallo di Clelia, una delle eroine romane ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 09/03/2016)
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