La Basilica Neopitagorica di Porta Maggiore
Nel 1917 si verificarono alcuni smottamenti lungo la linea della ferrovia che usciva da Termini in direzione Cassino, nei pressi di Porta Maggiore si aprì una voragine in cui sprofondò una gran quantità di terra. Venne alla luce così un lungo corridoio in pendenza e dopo aver rimosso la terra che lo ostruiva si scoprì che continuava a scendere fino ad un vestibolo che apriva su una grande sala basilicale di oltre 100 metri quadrati. Il monumento affascinò da subito archeologi e storici dell’arte per il carattere misterico e i significati esoterici dell’architettura e delle decorazioni.
L’edificio risale al I secolo d.C. e fu edificato in una zona dove erano le proprietà della gens Statilia; non è stato ancora possibile definire se il costruttore fu Tito Statilio Tauro, generale di Augusto ( colui che sconfisse Sesto Pompeo nel 36 e sgominò la flotta di Antonio ad Azio), o il pronipote Tito Statilio Tauro ( anche lui)e padre di Statilia Messalina, la terza moglie di Nerone, che suicidò nel 53 d.C. perché accusato da Agrippina di praticare la magia, anche se da alcuni interventi si suppone che il secondo abbia apportato delle modifiche alla basilica costruita dal predecessore. Nel corso dei restauri infatti è stato possibile studiare gli stucchi e gli affreschi; le tre navate che costituiscono il corpo principale della basilica presentano stucchi di colore biancastro con un effetto madreperla contaminato dall’azzurro ottenuto con “Fritta o Pasta Egizia”, un impasto di cristalli di quarzo, vetro, carbonato di rame e carbonato di calcio riscaldato a basse temperature molto usato in età augustea; nel vestibolo sono stati realizzati invece affreschi la cui policromia ricorda molto le pareti della Domus Aurea e quindi un’epoca più tarda.
La paternità agli Statilii della costruzione di una Basilica ipogea dove dedicarsi ai culti misterici è assolutamente verosimile in quanto il loro misticismo era ben noto e confermato anche dal ritrovamento di un’urna funeraria con raffigurazioni del Culto Eleusino e dall’appellativo di “Mystes” dato ad un loro Liberto e ad un loro figlio morto giovane.
Statilio Tauro era un uomo di potere della Roma di Augusto ed anche molto ricco, fu infatti lui a costruire l’Anfiteatro Tauro, vicino al Circo Flaminio, nel 29 a.C., console effettivo nel 26 d.C. e per vari anni prefetto di Roma – era in effetti il vice di Augusto quando questo non era a Roma-.
Statilio Tauro faceva parte di una Agape Neopitagorica, ovvero un gruppo di 28 adepti che era guidato dal senatore Publio Nigidio Figulo. Publio Nigidio Figulo era un politico eminente dell'ultima età repubblicana, schierato con Cicerone contro Catilina ,e grande erudito che scrisse di grammatica, teologia e astrologia; già i suoi contemporanei ritenevano che fosse un grandi esperto in etrusca disciplina, ovvero nelle arti divinatorie di cui ha lasciato scritti che riguardano la lettura delle viscere o l'interpretazione dei tuoni, mentre fu anche studioso di astronomia tanto che proprio dall'analisi del movimento delle costellazioni derivò il suo appellativo Figulo, Vasaio, infatti era solito paragonare il movimento degli astri a quello della ruota del vasaio.
Il movimento neopitagorico aveva carattere spiccatamente religioso e i suoi fondamenti erano il dualismo di mondo e Dio, di carne e spirito, i cui rapporti erano mediati da forze spirituali in un cammino verso una rivelazione trascendente la ragione umana. I neopitagorici credevano che esistevano tre tipi di persone: Dio, l’uomo e l’uomo pitagorico; quest’ultimo era un uomo speciale capaci di essere intermediario tra l’uomo comune e Dio per le sue forze spirituali e a capacità di dominare la natura e comprenderla dall’interno. Un altro cardine della dottrina neopitagorica era la metempsicosi per la quale una vita vissuta con merito avvicinava a Dio e quindi molte potevano essere le vite prima di arrivare a Dio; nella pratica questa filosofia dettava delle regole di vita che avevano lo scopo di far sviluppare armoniosamente corpo e spirito in una crescente assimilazione alla persona divina.
Nomi importanti di appartenenti al gruppo romano dei neopitagorici sono oltre la loro guida Nigidio Figulo, Sozione di Alessandria e Fabiano Papirio che furono entrambi maestri di Seneca, e Quinto Sestio il fondatore della scuola dei Sestii che dal neopitagorismo trasse i fondamenti per la dottrina stoica romana che riconduceva i principi del pensiero e della vita ai mores romani fondati sulla forza ed energia morale ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.1 - 16/08/2016)
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