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Fornix Fabiana


Dopo la vittoria sugli Allobrogi il Senato decise di far innalzare un arco per onorare Quinto Fabio Massimo che fu anche console nel 121 a.C. e a cui dopo il trionfo fu riconosciuto l'appellativo di Allobrogico. Fornix Fabianus, così veniva chiamato l’arco sulla Via Sacra che segnava l’angolo nord-est del Foro all’altezza della Basilica Aemilia e, pur non essendo il primo eretto a Roma, fu il primo arco nel perimetro del Foro, un grande onore che poi in età imperiale sarebbe stato riconosciuto solo ad Augusto, Tiberio e Settimio Severo.
il termine fornix venne usato per gli archi eretti ancora in età repubblicana, dopo furono chiamati arcus, una differenziazione che sottolinea anche il differente valore che questi monumenti ebbero nelle due età. Il fornix era eretto a spese proprie dalla gens che intendeva così manifestare la propria grandezza al popolo di Roma; era stato così per l'Arco di Scipione ed fu così per la Fornix Fabiana fatta erigere nel 120 a.C. dalla gens Fabia dopo aver ottenuto il consenso del Senato.
L’Arco Fabiano viene citato due volte da Cicerone che lo chiama “fornix” anche perché era un arco semplice; egli nel primo testo racconta che il Fornice si trovava sulla Via Sacra nel tratto che collegava il Foro al Vico per il quale si saliva sul Palatino, dove si trovava la casa di Ortensio che poi divenne consigliere di Augusto; nel secondo testo racconta che quando la folla scendeva giù dalla Via Sacra Summa, iuxta Regia, all’altezza della Regia doveva stringersi per passare sotto il Fornice Fabiano. La sua posizione è confermata anche dall'oratore Crasso che, per burlarsi del vanitoso Memmio, diceva "credersi egli tanto alto da dover abbassare il capo quando, scendendo sul Foro, passava sotto l' arco Fabiano".
L'arco era probabilmente ancora in piedi nel quinto o sesto secolo d.C. , Rufo e Vittore alla fine del IV secolo lo chiamano Arcus Fabianus, ma non ci sono altre citazioni del monumento dopo le loro.
Dell’Arco furono ritrovati nel 1546 presso il Tempio di Antonino e Faustina le epigrafe dedicatorie ed altri frammenti che erano stati utilizzati per la copertura della Cloaca sulla Via Sacra, mentre altri frammenti vennero fuori da un muro “qui dividebat Comitium a foro romano”. Interessante è poi la vicenda legata al rinvenimento dell’epigrafe dedicatoria dell’arco ( CIL VI, 1407) intitolata a Quinto Fabio Massimo nipote dell’Allobrogico. I cronisti dell’epoca riferiscono che l’epigrafe già si trovava “in Hortis Maximorum ad Forum Boarium” perché come Pirro Ligorio raccontava la gens Maximorum stava raccogliendo documenti epigrafici che testimoniavano le antiche origini della famiglia e quando si diffuse la notizia che erano stati ritrovati frammenti del Fornix Fabianus, riuscirono a farsi concedere dal Papa Paolo III l’autorizzazione di condurre gli scavi per conto proprio, per cui ciò che veniva ritrovato lo portavano nei loro Horti che si trovavano nella zona del Foro Boario ( dove peraltro i cinquecentisti credevano che nell’antichità si trovava la domus dei Fabi).
Una buona fonte di notizie sul fornix fabianus è in una lettera del 1859 di Giovanni Battista De Rossi, archeologo romano, a Teodoro Mommsen con il quale stava collaborando alla stesura del Corpus Inscriptionum Latinarum, De Rossi tenta di tracciare una storia del monumento a partire dai primi resti che erano stati individuati nel Rinascimento, fatto provato dalla menzione che ne fece lo “studioso dell'antico” Bartolomeo Marliano nella sua Urbis Romae Topographia del 1543, dove scriveva ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.1 - 29/01/2021)