I caffè storici: Aragno
Nel 1888 al numero 180 di Via del Corso, nei locali al piano terreno di Palazzo Marignoli, costruito dopo il 1870 dove prima c'era il convento delle Convertite, venne aperto un caffè da due imprenditori , Giacomo Aragno e Francesco Peroni, della dinastia dei birrai, che aveva sposato la figlia di Aragno.
Quest'ultimo forse uno dei primi imprenditori della ristorazione, aveva aperto un primo caffè a Piazza Sciarra e poi si era dovuto spostare alle Convertite e poi, per le demolizioni del Monastero delle Convertite e la Chiesa di S. Lucia della Colonna, al vicolo dello Sdrucciolo; quando fu completato sullo stesso sito il Palazzo Marignoli vi trasferì il Caffè. [
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A Palazzo Marignoli la nuova società formata da Giacomo Aragno e Francesco Peroni presi in affitto i locali che si affacciano su Via del Corso a pochi passi dal Palazzo del Parlamento, vi aprì un locale che per la sua posizione vicina ai palazzi sede del parlamento e del governo divenne un punto di ritrovo di quanti politici, giornalisti ed intellettuali vi ruotavano intorno.
La sua vicinanza ai palazzi della politica – le finestre di Palazzo Chigi , sede del Governo, erano proprio di fronte all'entrata – ne fecero il luogo dove si ritrovano anche i deputati ed i politici e diventò la scena in cui avvennero molti fatti di cronaca: nel 1906 esplose una bomba nei suoi locali che sembra fosse stata messa dalle fazioni estremiste dei sindacalisti romani piuttosto che dagli anarchici, di quel boato esiste anche la cronaca indiretta di James Joyce ,che in quell'anno viveva e lavorava a Roma nella vicina Via di San Claudio , ed il cui commento fu un sarcastico “che bel paese!”. nel 1921 Ezio Murolo, un oppositore del nuovo regime fascista viene arrestato davanti all'entrata con sé aveva ha un pugnale e tre bombe a mano. [
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Nel primo Novecento il caffè vide passare nelle sue sale gli esponenti della “intellighenzia” del nuovo paese e vi si verificarono episodi di scontri accesi come nel 1908 quando Arias e Jannaccone arrivarono ad una lite con minacce di percosse ed accenni di bastonate a causa dell'assegnazione di una cattedra universitaria che si inquadrava in uno dei più accessi dibattiti tra gruppi di economisti che avevano eretto l'Aragno a propria palestra.
Altro episodio eclatante fu lo schiaffo di Bontempelli ad Ungaretti mentre, seduti ai tavolini del Caffè si accusavano reciprocamente di “maldicenze letterarie”; lo scontro ebbe il suo epilogo nel duello alla spada del 9 agosto 1926 ed avvenuto nella villa di Pirandello sulla via Nomentana che vide vincitore Bontempelli il quale infilò la lama nell'avanbraccio di Ungaretti. [
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Nel primo Noovecento la Terza saletta delll'Aragno era il contraltare del Caffè Greco, l'altro ritrovo delle avanguardie artistiche, da De Pisis a Prampolini, da Bracaglia a Trombadori. Dagli incontri tra questi artisti nacque anche un periodico che a ragione chiamarono “La saletta di Aragno” e non fu l'unico esperimento editoriale. Nel novembre del 1918 uscì in edicola il primo numero di “Valori Plastici” edito da Mario Broglio che coinvolse tra gli altri Carrà, De Pisis, Savinio, De Chirico che cercarono nei quattro anni di vita di farne una porta aperta verso i movimenti culturali e pittorici europei ... [
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 14/12/2017)
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