Corbulone: il Generale romano
Doveva essere un Cesare, ma fu un grande generale il cui nome ha attraversato i secoli diventando simbolo di integrità morale: il suo nome era Gneus Domitio Corbulo. Apparteneva ad un ramo minore della gens Domizia, i Calvini; suo padre fu Gneo Domizio Corbulone, pretore sotto Tiberio, sua madre era Vistilia, dei Vistili di rango pretorio. Nacque intorno al 5 d.C., durante il principato di Augusto, la madre era una matrona che si sposò per ben sei volte dando a Corbulo una famiglia di cinque fratelli maschi - che ricoprirono varie cariche e tra questi Publio Pomponio Secondo, il drammaturgo - ed un'unica sorella, Milonia Cesonia, poi moglie dell'imperatore Caligola che lo nominò console suffetto nel 39. Caligola e Cesonia furono assassinati nel 41 e Corbulone fu emarginato dal palazzo e tornò ad essere un senatore senza alcun incarico. Aspettò fino al 47 quando fu richiamato da Claudio che lo mandò come Legati Augusti in Germania Inferiore.
Aveva passato i 40 anni ma era un uomo forte, alto tanto che i soldati potevano vederlo anche quando scendeva da cavallo, ed aveva fatto tutto il cursus honorum militando nelle legioni per poi divenire questore quando aveva 25 anni, fu poi edile e pretore raggiungendo il consolato a 34 anni. Aveva mantenuto la prestanza fisica mantenendo gli allenamenti militari che erano obbligatori per tutti gli uomini dei ceti elevati fino ai 46 anni.
Nel 47 nella Provincia della Germania Inferiore erano in agitazione le popolazioni già sottomesse dei Cherusci, dove erano in corso lotte tra fazioni rivali per il potere; inoltre i territori della Gallia Belgica erano terrorizzati dalle razzie dei pirati Cauci, che guidati da Gannasco arrivavano all'improvviso dal Reno e dai suoi affluenti. Le Legioni romane assegnate a quella provincia erano senza comandante da tempo, in quanto Quinto Sanavio Massimo era morto appena arrivato a Castra Vetera (oggi Xanten), dove si trovava il comando del Distretto Militare della Germania Inferiore; dopo la campagna del 41 con Aulo Gabinio – che aveva domato l'ennesima rivolta dei Cauchi e ripreso l'ultima delle aquile delle legioni di Varo - vi erano acquartierate la legio V Alaudae, legione veterana (V Gallica di Cesare) che occupava il lato destro del campo e la legio XV Primigenia sul lato sinistro. Ambedue le legioni erano composte in prevalenza da italici, considerate tra le migliori legioni dell'esercito, tuttavia la lunga inattività e l'assenza di comando ne avevano fortemente minato le capacità militari.
Corbulone dimostrò qui la sua tempra di comandante: riportò la disciplina nelle legioni acquartierate – la V Alaudae e la XV Primigenia a Castra Vetera, la I Germanica a Bonna (Bonn) e la XVI Gallica presso l'odierna Neuss – stroncando le iniziative personali e i saccheggi, punendo il lassismo dei soldati, imponendo gli allenamenti alle marce e all'uso delle armi. Il rigore e la fermezza con cui trattava i soldati insieme a punizioni dimostrative, come la condanna a morte di due soldati che impegnati nello scavo della trincea non avevano con se le armi, alimentarono l'idea del generale inflessibile con i suoi uomini e terribile con i nemici.
Con lui in Germania arrivò anche Italicus, il nipote di Arminio che era stato educato a Roma, chiamato dagli stessi Cherusci, i quali a causa di lotte interne non avevano più chi potesse essere il loro re e speravano che lui ponesse fine alle contese; Italicus riuscì dapprima a pacificare il suo popolo ma non seppe governarli e poco dopo dovette fronteggiarre una rivolta, ma vi riuscì solo chiedendo aiuto ai vicini Longobardi ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 01/04/2015)
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