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Via Flaminia


L’importanza che i romani hanno assegnato alle vie nasce probabilmente dall’essere stato un popolo nato dall'unione di genti diverse, di aver costruito la loro città nel posto da cui passavano i traffici degli uomini; mai nessun popolo come loro ha costruito strade senza farsi fermare dagli ostacoli naturali, costruendo ponti sui fiumi e per unire i burroni, scavando gallerie per superare i monti e tagliando le rocce. Una strada in particolare richiese ai romani di mettere in pratica tutte le loro conoscenze per essere costruita: la via Flaminia. Fu la prima strada romana a dirigersi verso Nord, con le sue oltre 200 miglia romane attraversava tutto il territorio dell’attuale Umbria per raggiungere a Fanum Fortunae (Fano) e a Ariminium (Rimini)sul mare Adriatico.
La via, nel tratto più vicino a Roma, era stata tracciata ricalcando i camminamenti dell’età del bronzo per cui passavano le comunicazioni delle città etrusche dell’Alto Lazio; su quei camminamenti che erano anche i tratturi delle greggi, gli etruschi avevano posato pietre di tufo per rendere più agevole i trasferimenti da Veio a Falerii Veteres (oggi Civita Castellana) e soprattutto per raggiungere il guado sul Tevere vicino alle saline (campus salinarum) da cui le popolazioni dell’entroterra traevano il prodotto necessario per l’allevamento del bestiame e la conservazione del cibo.
Quando la vocazione espansionistica di Roma divenne uno dei valori di stato, i romani considerarono la necessità di intervenire sulla viabilità del loro territorio caratterizzato di alture, valli, corsi d’acqua e montagne, elementi naturali che durante le guerre erano d’ostacolo soprattutto negli spostamenti delle legioni. Le nuove strade che dovevano essere costruite dovevano consentire di raggiungere il più velocemente possibile la meta e quindi il loro tracciato doveva essere rettilineo.
Nelle guerre contro i Sanniti , ed i Galli Senoni dopo, i romani utilizzarono una strada militare che viene indicata come Proto-flaminia e che collegava l’Umbria all’Adriatico fino alla città di Camerino, dopo la conclusione di un trattato di pace nel 310 a.C. divenne la strada normalmente usata per l’attraversamento della dorsale appenninica.
La Flaminia fu costruita nel periodo delle guerre contro gli Etruschi, quindi per motivi militari, dal pretore Caio Flaminio e poi rettificata alla fine del III secolo a.C. per unire Roma a Rimini (Ariminum) come via di comunicazione per raggiungere l’ager gallicus dove era stata fatta la distribuzione delle terre ai veterani. La sua progettazione tenne conto della necessità di avere una strada che potesse essere veloce da percorrere e quindi doveva essere il più rettilinea possibile ma poiché si trattava di superare anche rilievi montuosi e fiumi , l’opera richiese delle soluzioni quanto meno ardite per i tempi; furono costruiti numerosi ponti, anche monumentali, viadotti, sostruzioni e ‘tagliate’.  .
La più antica ed esatta testimonianza sul tracciato della Via Flaminia Consolare attraverso l'Umbria è di Strabone, l'insigne geografo greco che visse nel I secolo a.C.; secondo Strabone la costruzione della strada consolare fu iniziata nel 223 a.C. e terminata nel 219 durante la censura di Caio Flaminio che morirà due anni dopo nella battaglia del Trasimeno.
La Flaminia fu poi restaurata e ribasolata da Augusto che fece innalzare due archi trionfali, all’uscita da Roma su ponte Milvio, ed all’arrivo alla colonia romana di Rimini ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 13/12/2016)