La Triade Capitolina
Tito Livio citava nel suo Ab Urbe Condita gli dei che rappresentavano la grandezza di Roma ed insieme erano venerati nel grande tempio del Capitolium che dedicato a Giove Ottimo Massimo aveva però tre celle in cui si trovavano le statue di Giove, Giunone e Minerva.
Le tre divinità sotto la cui protezione era stata posta Roma cominciarono ad essere indicate come “Triade Capitolina” solo nel XIX secolo perché nelle testimonianze letterarie dell'antica Roma, in particolare dall'età di Augusto in poi, la triade era composta da Giove, Marte e Quirino secondo una involuzione del mito, voluta da Augusto e proposta da Ovidio nel libro 14 delle Metamorfosi. Romolo è figlio di Marte e quando muore il dio della guerra chiede al padre Giove, per un'antica promessa, di rapire Romolo dalla terra ed elevarlo a divinità assumendo l'aspetto di Quirino. La riprova di quale fosse l'originaria triade si ha con riferimento a quali erano i flamines più importanti: per primo veniva il Flamen Dialis, il sacerdote che rappresentava in terra il padre degli dei Diter Pater (Giove), seguivano i Flamines Martialis e Quirinalis rispettivamentee preposti al cultodi Marte e Quirino. Erano loro i flamines maiores seguiti poi da altri flamines detti minores ma tra i quali non c'e alcuna traccia di sacerdoti preposti al culto di Giunone e Minerva.
Ma come era successo che le divinità arcaiche Diter, Mamerte e Quirinusche formavano l'antica triade latina era stata sostituita da quella di origine greca?
Nelle celle del tempio di Giove Ottimo Massimo sul Capitolium erano venerate Giove, Giunone e Minerva e quel tempio era stato voluto dai Tarquini, i re estruschi di Roma, quindi alla loro volontà risale la sostituzione delle divinità maschili e guerriere della triade italica con quelle femminili e portatrici di conoscenza e fecondità dei popoli orientali.Durante tutta l'età repubblicana la triade fu quella formata dalle divinità che venivano venerate nel tempio capitolino dove ognuna di loro aveva la sua cella: Giove al centro, Giunone a destra e Minerva a sinistra.
Eppure nella religione etrusca fino all'inizio del primo millennio a.C. non ci sono tracce di una triade asimilabile a quella greca; la cosmogonia etrusca poneva al vertice una triade composta da Northia, Voltumna e Vertumnus. Queste divinità sebbene ricordino nella composizione dei generi, due divinità femminili ed una maschile, quella formata da Giunone, Giove e Minerva sono molto diverse dalla triade capitolina perché diverso è l'ambito di competenza.Altro rilievo riguarda i nomi che sono noti nella forma corrotta dall'assimilazione al latino ed infatti la dea Northia era ancora ai tempi della civiltà del rame conosciuta con il nome di Urzi; allo stesso modo Voltumna era la corruzione latina del nome etrusco Veltha.
Dopo il secolo VIII a.C. La religione degli etruschi venne contaminata da quella delle nuove città della Magna Grecia e nuovi dei entrarono nel pantheon; i loro nomi erano Tinia, Uni e Menerva e alcune assonanze rivelano come siano divinità che coincidono con quelle dei popoli ellenici. Tinia era l'omologo dello Zeus greco e poi del latino Juppiter, capo di tutti gli dei e dominatore dei cieli; Uni aveva il suo corrispettivo greco in Era e quello latino in Giunone; Menerva, che per i greci era Atena, divenne la Minerva dei romani ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 21/09/2021)
Bibliografia:
La religion romaine archaique avec un appendice sur la religion des Etrusques.
Payot, Paris 1974.