Torri medievali nella campagna Romana
Nel X e XI secolo nella campagna romana si costruì un sistema di allarme e segnalazione per la difesa di Roma dagli improvvisi attacchi di invasori basato su torri di avvistamento la cui distanza tra loro variava in relazione alla morfologia del terreno. Non fu un'opera di difesa concepita in modo unitario ma realizzato nel corso di alcuni secoli partendo dal riutilizzo di costruzioni di epoca romana, in prevalenza i grandi monumenti funerari, su cui si costruiva in elevazione ed ai quali furono via via raccordati gli agglomerati rustici dopo averli fortificati e munti di torre di avvistamento.
Arrivarono ad essere circa 350 le torri che circondavano tutta l'Urbe al fine di ottenere un valido sistema di segnalazione ed allarme. Nelle torri erano sempre presenti uomini di guardia che avevano il compito di accendere e spegnere i fuochi di segnalazione secondo delle procedure definite.
Di questo antico codice di comunicazione c'è anche la descrizione da parte di Dante che nel Canto VIII dell'Inferno racconta dei fuochi che dall'alto delle torri segnalano l'avvicinarsi suo e di Virgilio alla Città di Dite:
Io dico, seguitando, ch’assai prima
che noi fossimo al piè de l’alta torre
li occhi nostri n’andar suso a la cima
per due fiammette che i vedemmo porre,
e un’altra da lungi render cenno,
tanto ch’a pena il potea l’occhio tòrre.
E io mi volsi al mar di tutto ‘l senno;
dissi: “Questo che dice? e che risponde
quell’altro foco? e chi son quei che ‘l fenno?
Il sistema di difesa si era formato nel tempo a partire dalle costruzioni fortificate delle famiglie patrizie che si contendevano il controllo di Roma, realizzate sfruttando precedenti costruzioni romane. Le costruzioni scelte erano in prevalenza i mausolei, ovvero quanto rimasto delle antiche tombe di personaggi appartenenti a gens illustri di Roma. Furono i Conti di Tuscolo, nel IX secolo, tra i primi a trasformare in fortilizio un monumento funebre romano, la Tomba di Cecilia Metella che si trovava lungo l'Appia; in realtà i Conti di Tuscolo costruirono un ampio complesso fortificato dato dal Castello di Cecilia Metella, la rocca costruita sulla Villa dei Quintili, le fortificazioni sopra Casal Rotondo, La Torre Selce, il Castello di Borghetto e Tuscolo stessa.
Le torri avevano base quadrata o rettangolare, l'ingresso immetteva al piano terra da cui erano partivano le scale che appoggiavano a vari piani di ballatoi; i piani erano realizzati tutti i legno e sostenuti da travi sempre lignee infisse nel muro. Solo il primo e l'ultimo piano avevano volte in muratura e da quest'ultimo una piccola apertura consentiva di passare sul terrazzo di avvistamento.
Una delle torri in miglior stato di conservazione è quella detta Torre di Centocelle o di S. Giovanni, in quanto fino al XV secolo fu proprietà della Basilica del Laterano e si trova ormai inglobata nella periferia di Roma tra Via Casilina e Via Tuscolana. Ha ancora un'altezza di ben 25 metri e fu realizzata con finestre e buche pontaie che dovevano sostenere impalcature lignee esterne n quanto l torre era parte di un fortilizio che aveva un recinto murario oggi scomparso.
Particolarmente interessanti sono le torri “vergate”, ovvero costruite con materiali di diverso colore che andavano a comporre fasce sovrapposte, in genere si trattava di blocchi di peperino e di scaglie di selce alternate ad altre di marmo o travertino; la scelta di alternare la fasce era dettata dall'esigenza di rendere le torri maggiormente visibili ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 06/03/2018)
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