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Tempio di Venere e Roma

Nella prima metà II secolo d.C. l'imperatore Adriano decise di edificare un grande tempio che sfruttando la sopraelevazione della Velia dominasse da una parte la via Triumphalis e la valle dell'Anfiteatro Flavio e dall'altra parte, guardando verso il Foro repubblicano, facesse eco al Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Capitolium.
La morfologia dell'area scelta era già stata ampiamente modificata da Nerone quando, dopo il grande incendio del 64 d.C., decise di costrure la sua Domus Aurea; la sommità della collina della Velia era stata sbancata e quanto ne restava sostenuto da un muro di contenimento che ancora oggi è visibile lungo via dei Fori Imperiali. Prima dell'intervento questa area era nella piena disponibilità di Nerome in quanto sulla collina della Velia sorgeva la domus della gens Domitia a cui apparteneva suo padre e che aveva ereditato alla sua morte. Dopo l'incendio Nerone dovette rasare l'edificio della domus paterna e al suo posto fece erigere il vestibulum della Domus Aurea; il successore Vespasiano aprì l'edifiicio al passaggio dei romani che lo utilizzarono come una via tecta mentre la statua colossale di Nerone venne spostata davanti al grande anfiteatro che fu eretto al posto dello stagnum; forse alcune parti fuori terra del vestibulum furono demolite mentre le sostruzioni rimasero in quanto determinanti per l'assetto urbanistico dell'area. Le sostruzioni ben visibili sul lato che fronteggia l'anfiteatro erano utilizzate per la conservazione degli apparati necessari durante la celebrazione dei ludi e questa almeno fino a quando Domiziano fece costruire il Summum Choragium lungo la Via Labicana.
L'assetto urbanistico dell'area rimase invariato al tempo di Traiano anche se è probabile che gli edifici abbiano subito danni nell'incendio del 104 d.C. che distrusse la parte della Domus Aurea edificata sul Colle Oppio. L'area sebbene in un punto nevralgico di Roma, rimase irrisolta per due decenni quando Adriano, di ritorno dal suo viaggio in oriente, cominciò a progettare un grande tempio da dedicare alla Dea Venere ed alla Dea Roma.
Alcuni cronisti antichi ipotizzarono che l'idea di costruire un tempio dedicato a due divinità fosse venuta ad Adriano dopo aver visto quello dedicato a Diana che si trovava a Magnesia ed era stato progettato da Ermogene Alabaudese.
Il Tempio di Ermogene è il famoso Artemision che era stato costruito su un alto stilobate di 6 gradini ma ciò che potrebbe aver risvegliato l'interesse di Adriano riguarda sia la posizione rispetto al centro della città che la sovrapposizione delle divinita a cui era dedicato il tempio, una dea arcaica e protettrice della città la Leucò dea madre, potente e terrifica, e Artemide la dea cacciatrice.
Fu un suggerimento a cui Adriano non potè sottrarsi e quell'area così centrale e grande era ideale per un tempio da dedicare a Venus Felix, dea genitrice di Enea e di tutti i romani, e a Roma Aeterna divinità ptotettrice della più grande città del mondo.
Adriano si confrontò per il nuovo progetto con Apollodoro di Damasco. che era stato l'architetto di Traiano, chiedendo il suo parere tecnico ma tra loro non c'era accordo ed Apollodoro espresse senza alcun riserbo le sue critiche: il podio del tempio era troppo basso e le due statue di Venere e Roma troppo grandi tanto che se avessero voluto alzarsi dalle loro sedie non avrebbero potuto. Adriano non tenne in considerazione le critiche di Apollodoro anzi sembra che furono una delle cause per cui l'imperatore decretò l'esilio per l'architetto.
Adriano andò a progettare il nuovo tempio sopra le sostruzioni del vestibolo neroniano, così che venne mantenuta la corrispondenza assiale con l'Anfiteatro Flavio, dovette però far spostare la statua di bronzo del colosso, operazione per la quale furono impiegati 24 elefanti.
La prima pietra del nuovo tempio venne posta il 21 aprile , dies natalis di Roma, del 121 d.C. La platea su cui venne eretto il tenpio misurava circa 165 x 38 metri, misure considerevoli ma necessarie per un tempio diptero ovvero sostenuto su tutti e quattro i lati da due file di colonne.
Il nuovo tempio andava ad inserirsi tra due edifici di età flavia, gli Horrea Pipiretaria e l'Anfiteatro Flavio, e quste presistenze furono determinanti per il progetto di Adriano al pari di quanto rimaneva del vestibolo della Domus Aurea ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 25/01/2023)




Tempio di Venere e Roma, II sec. d.C – Roma IT

Tempio di Venere e Roma, II sec. d.C – Roma IT



Pianta del Tempio sul Meandro dedicato ad Artemide Leukophriene

Pianta del Tempio sul Meandro dedicato ad Artemide Leukophriene



Rodolfo Lanciaani. Pianta del Tempio di Venere e Roma, Roma

Rodolfo Lanciaani. Pianta del Tempio di Venere e Roma, Roma



Orientamento del Tempio di Venere e Roma tra Horrea Piperitaria ed Anfiteatro

Orientamento del Tempio di Venere e Roma tra Horrea Piperitaria ed Anfiteatro



Giuseppe Gatteschi. Disegno del Tempio di Venere e Roma

Giuseppe Gatteschi. Disegno del Tempio di Venere e Roma



Bibliografia:

  • Ulisse Fabiani, Fabiola Fraioli: Note sull'allineamento del Tempio di Venere e Roma. The Journal of Fastionline, Roma 2010-192.