Il teatro di Pompeo
Pompeo con i proventi del bottino riportato dopo la vittoriosa campagna contro i Parti realizzò il più grande Teatro di Roma, i posti a sedere erano 14.000; neanche i teatri costruiti dopo, quello di Balbo e quello di Marcello, sarebbero stati così grandi. L’area dove fu realizzato era una parte dei suoi horti in Campus Martii, quella posta nei pressi dei Navalia.
Fu il primo teatro romano ad essere costruito in muratura, ma per poterlo costruire Pompeo Magno dovette aggirare un ostacolo burocratico, infatti la legge romana vietava di costruire dei teatri fissi, il motivo era il pericolo che i teatri rappresentavano per la morale del popolo e per l’educazione dei giovani. Per aggirare l’ostacolo Pompeo dichiarò che intendeva costruire un Tempio dedicato a Venere e posto in alto e per raggiungerlo creò una cavea semicircolare che, secondo Tertulliano, giustificò portando ad esempio i grandi santuari di Gabii,Tivoli e Palestrina dove le gradinate erano semplicemente necessarie per raggiungere la cima dell'edificio dove si trovava il Tempio a Venere Vincitrice a cui lui doveva le sue vittorie. A quel punto la scaena diventava uno spazio pubblico non dissimile dagli altri dove venivano eretti i teatri lignei.
L'idea di un grande teatro per Roma era già nella mente di Pompeo da quando nel 63 a.C aveva assistito ad un concorso poetico nel Teatro di Mitilene e ne aveva fatto fare dei disegni. Con il bottino che aveva conquistato in Asia poteva costruire un teatro grandioso per i cittadini di Roma ma che doveva essere anche la rappresentazione della sua potenza e del suo successo e volle essere certo delle sue scelte e così chiese consiglio agli intellettuali ed amici della sua cerchia: Varrone, Attico e Cicerone. Varrone trovò le motivazioni cultuali per la dedicatio del Tempio in summa cavea a Venere Vincitrice ed Attico lo consigliò sui temi che era meglio rappresentare nelle decorazione architettoniche.
L’edificio era imponente, la cavea aveva un diametro di 150 mt. e l’edificio era alto 45 mt, si può cercare di immaginarlo sapendo che il Colosseo è alto 48.8 mt ed il suo diametro maggiore è di mt 188 e quello minore di mt 156; il teatro di Pompeo era la metà del Colosseo che sarà costruito comunque più di un secolo più tardi.
Fino ad allora i Teatri erano in legno perché si voleva evitare che ci fossero occasioni per riunioni che non avessero finalità politica; i teatri venivano costruiti in legno nei periodi in cui si festeggiavano i ludi, ma si costruiva solo la scaena, non vi erano sedili e gli spettatori assistevano agli spettacoli in piedi. Anche il Circo Flaminio, costruito nel 221 a.C. che si trovava poco distante ed era utilizzato per le corse e le gare degli auriga, non aveva posti a sedere; furono costruite delle tribune solo per i patrizi ma verso la fine dell’età repubblicana.
La scena del teatro era decorata da grandi statue delle nove Muse e di Apollo; delle Muse furono furono ritrovate quasi integre le statue di Melpomene, la musa della tragedia, che oggi si trova al Louvre, ed Erato la musa della poesia amorosa esposta al Museo Nazionale di Napoli. accompagnate da Apollo, identificabile nell’opera oggi custodita nel cortile di Palazzo Borghese.
La pianta del Teatro era alquanto particolare perché dietro la scaena vi era un portico di circa 180x135 m, ornato di colonne in granito, di sculture e pitture, arricchito di quattordici enormi statue delle nazioni sottomesse da Pompeo; davanti ad esso si apriva un’area con fontane, ninfei e due folti boschi di platani, ai cui lati correva un ampio porticato quadrangolare che era chiusa da un'esedra il cui lato concavo dava su un'aula destinata ad ospitare le riunioni del Senato, così come dimostrano i ritrovamenti nei sotterranei del Teatro Argentina.
IL programma decorativo del teatro era abbastanza complesso e ad esso non fu estraneo anche Pomponio Attico, di cui Pompeo frequentava il circolo culturale, che lo consigliò sulla sistemazione dei Monumenta Pompeiana. Il teatro doveva essere uno strumento della propaganda politica di Pompeo e così Attico suggerì di inserire nella iconografia quattordici statue delle Nationes sconfitte ovvero dei popoli dell’Asia che dopo la sconfitta di Mitridate erano state riorganizzate sotto la pax romana. Le statue erano la personificazione dei popoli sconfitti, rappresentati con le loro spolia. Gli studiosi ritengono che si trovassero ai due lati del Tempio di Venus Victrix in corrispondenza delle scalinate della cavea. Secondo quanto riporta Varrone le statue delle Nationes sarebbero state commissionate appositamente per il teatro allo scultore Coponio ed ognuna vestiva degli ornamenti propri del popolo che rappresentava così che diventava permanente l'immagine dei popoli che il grande Pompeo aveva sottomesso a Roma ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 07/05/2019)
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