Il teatro Marcello
Il Teatro Marcello è forse il più antico teatro in Roma di cui è visibile l'architettura. La sua costruzione fu iniziata da Cesare ma continuata da Augusto che, nel 13 a.C. secondo Cassio Dione o forse nel 11a.C. come indicato da Plinio Seniore, lo dedicò a Marco Claudio Marcello, figlio della sorella Ottavia e successore designato, a cui aveva dato anche in moglie la figlia Giulia, il quale morì a soli 19 anni e fu sepolto nel Mausoleo di Augusto.
La scelta del luogo non fu casuale perché l’edificio si trova nell’area dove ancora all'inizio dell'età repubblicana si trovava il Theatrum et proscenium ad Apollinem, la più antica cavea teatrale collocata in asse con il Tempio di Apollo Medico. L'area è quella in cui si tennero i ludi scaenici previsti nei Ludi Apollinares istituiti nel 212 a.C. per un oracolo dei Libri Sibillini ; dovevano essere ludi votivi a cui doveva partecipare tutto il popolo di Roma se voleva recuperare la protezione degli dei e sconfiggere il temibile nemico che aveva portato la guerra alle sue porte: Annibale con l'esercito cartaginese. Livio che riporta la nascita dei Ludi Apollinares in quell'occasione non racconta il tipo di rappresentazione , si può solo supporre che avessero un carattere religioso e che si tennero realizzando la scaena con delle strutture lignee. Quando nel 209 a.C. la Lex Licinia rese la celebrazione dei ludi annuale, nell'area tra il 5 ed il 13 luglio venivano rappresentate commedie e tragedie del teatro romano mentre le celebrazioni terminavano con gare di cavalieri nel vicino Circo Flaminio. La cadenza annuale dei giochi rese il Theatrum et proscenium ad Apollinem il luogo deputato per eccellenza alle rappresentazioni teatrali almeno fino a quando Gneo Pompeo decise di costruire un nuovo grande teatro sebbene costretto a contrabbandarlo per una struttura mediante cui raggiungere il Tempio di Venere.
Quando Giulio Cesare nel suo progetto di rinnovamento dell'Urbe decise di realizzare un teatro stabile, al pari di quelli presenti in molte delle città della Grecia e della Magnagrecia, diede la misura del suo potere perchè era ben noto a tutti che la costruzione che voleva realizzare era un teatro ed era un altro notevole cambiamento per Roma; il Senato ed i conservatori più convinti lo considerarono un mancanza di rispetto della tradizione. Per il dittatore l'ordine pubblico nell'Urbe non era più messo in pericolo dall'esistenza di luoghi dove la gente poteva riunirsi ed inoltre le celebrazioni in cui venivano rappresetati ludi scaenici erano talmente numerose che poteva essere sicuramente più funzionale e sicuro avere un edificio in pietra che uno mobile in legno.
Cesare aveva l'idea di un teatro molto più grande di quelli costruiti fino a quel momento. Per poterlo realizzare Giulio Cesare aveva fatto espropriare alcuni terreni e demolito il Tempio della Pietas, fatto per il quale fu aspramente criticato. Il nuovo teatro che Cesare stava costruendo rappresentava, e non solo secondo gli storici, la risposta del dittatore al teatro che aveva costruito il suo antagonista Pompeo che però dovette aggirare i divieti del Senato facendo apparire le gradinate per gli spettatori come la scalinata per accedere al Tempio di Venere Vincitrice.
I lavori iniziarono nel 46 a.C ed alla morte di Cesare nel 44 a.C. erano state fatte solo le fondazioni e fu solo dopo il 20 a.C. che Ottaviano, ormai divenuto Augusto, riprese il progetto che volle anche ampliare acquistando terreni con propri denari ed andando anche ad occupare il lato curvo del Circo Flaminio, dove dal IV sec. a.C. si facevano le corse dei cavalli ma che aveva in parte perduto la sua importanza per una diminuzione delle funzioni politiche e religiose che vi si svolgevano.
L’edificio ancora non del tutto finito fu usato già per le rappresentazioni previste durante i Ludi Saeculares del 17 a.C.; fu finito dopo quattro anni e dedicato da Augusto al nipote Marcello del quale fece fare una statua più grande del vero in bronzo. Svetonio racconta che durante la cerimonia d’inaugurazione la sedia curule di Augusto cedette di schianto e lui cadde supino ma non si fece nulla e rialzatosi ordinò che fosse ripresa la rappresentazione.
L'eccezionalità del monumento era stata decisa già in fase progettuale; il diametro misurava 130 metri, costruito come usavano i Romani dal basso verso l'alto e senza utilizzare avallamenti del territorio come invece facevano i Greci. L'altezza forse toccava i 32 metri e aveva tre ordini, le cui colonne erano tuscaniche al primo, ioniche al secondo, corinzie al terzo (livello che si è perduto). La cavea è andata persa, così come la scena, non più accessibile.
L'abate francese del monastero della Trinità ai Monti, Dominique Magnan, così lo descriveva nel 1779 ( La città di Roma ovvero Breve descrizione di questa superba città):
Il diametro di questo Teatro era di 538 palmi, e poteva contenere trenta mila spettatori...è un bellissimo avanzo dell'antica architettura Romana, che i moderni hanno preso per modello degli ordini Dorico e Jonico, e di cui se ne sono serviti per determinare la proporzione di due ordini, l'uno sopra l'altro collocati.
La decisione di Cesare era stata presa nel quadro della sua politica di propaganda ed i suoi architetti avevano tutte le competenze per realizzare un'opera così imponente.
La pianta del teatro è stata parzialmente identificata nei frammenti 31 nella Forma Urbis in cui è rappresentato il piano terra dell'edificio che appare come una conchiglia , infatti il teatro aveva una cavea semicircolare. La cavea era composta da tre piani collegati tra loro da un sistema di scale radiali che, insieme ad un complesso sistema di corridoi, permettevano agli spettattori di raggiungere il proprio posto nel teatro.
A differenza della cavea per la quale si hanno molte informazioni sia per gli elementi di riferimento – evidenze archeologiche e resti inglobati nel Palazzo Orsini -, per la scaena, ovvero il palcoscenico del teatro, non ci sono molte informazioni; dai frammenti della FUR si ritiene che si trattasse di una scena rettilinea che rientrava in corrispondenza della valva regia , da cui uscivano i personaggi principali , mentre le valvae hospitalis che l'affiancavano e da cui entravano in scena personaggi minori si aprivano lungo la linea retta del frons scaena ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Rev. 1.2 - 22/09/2023)
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