Sulpicio Gallo, astronomo romano
Le eclissi, considerate in Roma un prodigio, registrate con ogni probabilità nelle Tabulae che i Pontefici redigevano ogni anno, furono studiate e annunciate, già dal II secolo a.C., da Sulpicio Gallo, il primo vero astronomo romano, che per farlo dovette utilizzare tutte le teorie in precedenza elaborate dagli astronomi greci a loro volta debitori degli studiosi caldei ed egiziani.
Come per tutti i giovani delll'aristocrazia romana la sua educazione aveva compreso lo studio dei fenomeni celesti nella loro connessione con i problemi filosofici della conoscenza, perchè nel II secolo a.C. l'astronomia era dominata dalle tesi di Eudosso di Cnido sulla sfericità della terra che sicuramente un giovane Sulpicio Gallo aveva avuto modo di conscere avendo letto i Pharnomena di Arato di Soli e compreso attraverso le leggi della matematica. Infatti ancora nel II secolo a.C. lo studio dei fenomeni celesti aveva il suo metodo mutuato dalla matematica ed anzi proprio le ricerche sul movimento delle stelle e dei pianeti portarono Ipparco di Nicea alle prime formulazioni di trigonometria.
Le eclissi furono i fenomeni che consentirono di raccogliere i dati necessari per comprendere il movimento dei pianeti ma all'inizio erano eventi che spaventavano gli uomini e a cui gli scienziati davano spiegazioni semplicistiche. Così Anassimandro spiegava le eclissi di sole e di luna:
… Il Sole è un disco 28 volte più grande della Terra; è come la ruota d'un cocchio, il cui cerchio sia cavo e pieno di fuoco, e fa sprigionare il fuoco da un certo punto di questo attraverso un'apertura simile ad un soffietto... Le eclissi di Sole avvengono allorquando si chiude l'orifizio per cui il fuoco si sfoga... La luna è un disco 19 volte più grande della terra; è come la ruota di un cocchio, il cui cerchio sia vuoto e pieno di fuoco, similmente al disco del Sole, ed è piazzato obliquamente come anche quello del Sole; ha un'apertura simile al becco di un soffietto; le sue eclissi dipendono dalle rotazioni della ruota.
Con Ipparco di Nicea, coetaneo di Sulpicio Gallo, lo studio dei fenomeni celesti fece una grande passo avanti. Ipparco aveva fatto tesoro dei risultati raggiuti dagli scienziata babionesi e caldei e proprio da questi doveva aver ereditato il calendario delle eclissi di sole e di luna costruito secondo il Ciclo di Saros, un periodo di 18,03 anni in cui, per effetto dei movimenti di terra e luna, avvengono 41 eclissi di sole e 29 eclissi di luna secondo intervalli precisi.
Sulpicio Gallo poi aveva visto e studiato il Planetario di Archimede a casa di Marco Claudio Marcello, nipote del trionfatore di Siracusa che lo aveva portato a Roma, suo collega nella pretura del 169 a.C. Alcuni storici hanno ipotizzato che proprio da quell'osservazione Sulpicio trasse le informazioni che gli permisero di spiegare ai soldati il fenomeno che avevano osservato nel cielo notturno poche ore prima della battaglia di Pidna anche se pare più proabile che egli conoscesse il Ciclo di Saros ed il calendario caldeo delle eclissi.
Sicuramente lo conosceva Archimede che costruì il famoso Planetario, la macchina con cui si ritiene che volle rappresentare il moovimento del sole, dei pianet e dei loro satellitii con le loro orbite e traiettorie.
Sulpicio Gallo era un intimo amico di Aemilio Paolo di cui fu uno dei tribuni militari durante la battaglia di Pidna del 168 a.C. e la sua passione per lo studio del cielo fu molto utile ai romani perchè egli parlò ai soldati, come racconta Cicerone, postridie, il giorno dopo, per spiegare ai soldati quello che era accaduto. Cicerone affida il racconto alla voce narrante di Scipione, giovane di appena 17 anni che aveva seguito il padre, il console Lucio Emilio Paolo sul campo di battaglia contro i Macedoni (Libro I) ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 16/01/2021)