Sepolcro degli Scipioni
Nel 1780 entro le Mura Aureliane, nei pressi della Porta San Sebastiano,fu riscoperta una tomba scavata nel Tufo e che le iscrizioni ritrovate fecero subito identificare come quella degli Scipioni, famiglia della gens Cornelia che ebbe il culmine del suo potere tra il III e II secolo a.C, ma che ancora in età imperiale ebbe personaggi di rilievo.
La scoperta fu fatta nella loro vigna dai fratelli Sassi che, secondo alcune cronache, stavano scavando una cantina nell'interrato del loro casale, tuttavia non è da escludere che avendo saputo di rinvenimenti nelle vigne vicine, decisero di scavare dove pensavano potevano esserci dei resti di cose antiche anche perché probabilmente sapevano della scoperta fatta nel 1614 quando dal sepolcro fu anche asportata l'iscrizione di Lucio Cornelio Scipione. [
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Dopo la riscoperta dei fratelli Sassi gli scavi andarono avanti per tre anni sotto la direzione dell'abate Visconti, Commissario delle Antichità di Roma; non solo le gallerie furono vuotate di ogni cosa senza prenderne nota ma le pareti furono scavate per rintracciarvi altre nicchie e probabile gallerie; anche i muri di sostegno originari furono demoliti per poi doverne costruire di nuovi per evitare i crolli. Per questo motivo la pianta attuale dell'ipogeo è molto diversa dall'antico e probabilmente quella proposta da Piranesi e disegnata nel 1756 è quella che più di ogni altra si avvicina all'originale. Tutto quello che fu trovato venne acquisito dal Vaticano tra cui la bellissima urna di Lucio Cornelio Scipione che ora si trova nei Musei Vaticani.
La notizia del ritrovamento si sparse velocemente e cominciò un peregrinare alla tomba di molte persone sia di Roma ma anche molti stranieri per i quali la visita al Sepolcro degli Scipioni divenne una tappa obbligata del Grand Tour; questi scendevano nella grotta per vedere le spoglie di una stirpe così famosa ma erano per lo più persone mosse dalla curiosità e dal desiderio di tornare al loro paese con un souvenir per cui non avevano alcun remora a raccogliere le ossa e portarle via.
Lo scempio che fu fatto in quel periodo dovette essere totale se un “dotto peregrino” così ne scrisse: ... (io) considerava dolente come avessi fra piè gli ossami di coloro i quali ancora empiavano il mondo con la fama, e come forse il braccio di alcuno d'essi, ministro di vittorie, o il capo altero, fosse ivi franto, vilipeso, calpestato
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Secondo alcune cronache alla fine le ossa che erano state sparse per il sepolcro furono raccolte e chiuse in un'urna dal senatore veneto Angelo Querini che dopo averle riposte in un'urna cineraria etrusca le portò nella sua villa museo di Altichiero nei pressi di Padova. [
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La tomba che rappresenta il tipo di monumento funerario della media repubblica, fu voluta dal capostipite degli Scipioni, Lucio Cornelio Scipione Barbato e realizzata dove si trovavano i terreni di loro proprietà fuori le Mura Serviane; il sito scelto da Scipione Barbato che fu console nel 298 a.C. era su una collinetta da cui si dominava la via che conduceva a Roma e che prese il nome da Appio Claudio Cieco che l'aveva fatta lastricare nel 312. La scelta non era priva di significati: la famiglia degli Scipioni era aperta verso la cultura ellenistica e porre il monumento della memoria lungo la strada che conduceva alla Magna Grecia significava palesare l'apertura verso nuovi orientamenti di pensiero che potessero arricchire la civiltà romana ... [
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 03/12/2017)
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