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Res Gestae Divi Augusti

Res Gestae Divi Augusti

Nella sua volontà di tracciare il cammino di Roma Aeterna, Augusto lasciò anche l’elenco di quanto aveva fatto ad eterna memoria per chi sarebbe venuto dopo di lui. Un epitaffio che scolpito su tavole di bronzo fu appeso all’ingresso del Mausoleo in Campo Marzio sulle due colonne poste ai lati dell'entrata. Altre copie dello scritto vennero poi incise su marmo in tutte le provincie dell’Impero.
L’anno prima della sua morte, Augusto consegnò alle Vestali quattro volumina (rotoli) che costituivano il suo testamento di uomo e di princeps; uno di questi rotoli era il resoconto della sua vita, il suo lascito spirituale per i posteri: Index rerum a se gestarum. Lo scritto era diviso in tre parti: la prima era l'elenco degli onori accettati e rifiutati, la seconda il resoconto delle spese sostenute per le elargizioni e la sistemazione monumentale di Roma ed infine la descrizione delle imprese da lui compiute durante i lunghi anni di governo, le Res Gestae, letteralmente le cose fatte.
Durante i funerali di Augusto in Campo Marzio l’orazione funebre fu pronunciata da Druso Minore; il giovane dovette leggere anche il testamento contenuto in tre rotoli di cui il secondo riportava il testo delle Res Gestae che dopo essere stato inciso su delle tavole di bronzo doveva essere esposto ai lati dell'entrata al Mausoleo.

Rerum gestarum divi Augusti, quibus orbem terra[rum] imperio populi Rom. 
subiecit, et impensarum, quas in rem publicam populumque Romanum fecit, 
incisarum in duabus aheneis pilis, quae su[n]t Romae positae, exemplar
sub[i]ectum.

L'esecutore testamentario delle volontà di Augusto fu il successore Tiberio che dopo aver fatto appendere le tabulae ai lati dell'ingresso del mausoleo, si adoperò affinchè anche nelle provincie fossero realizzate delle copie da esporre al pubblico e fossero poste nei templi ed are dedicate ad Augusto in varie parti dell'Impero; fu così che copie furono esposte ad Ancyra, Apollonia, Antiochia e Sardis.
Alcuni studiosi hanno spiegato i ritrovamenti in quei luoghi con la particolare attenzione di Augusto a questi territori che facevano parte (almeno i primi tre) della Galazia, l'unica regione che fu annessa a Roma durante il governo di Augusto, con la necessità di creare un solido legame di appartenenza all'impero.
Erano territori difficili da controllare sia per le caratteristiche fisiche che per la eterogeneità degli abitanti di etnie e culture diverse ma accomunati dalla tradizione del culto imperiale; per questo Augusto accettò che innalzassero templi dove onorare l'appartenenza divina della dinastia imperiale con il fine di legittimarne il potere. Seppure non ci sono attestazioni dell'espressa volontà di Augusto di far esporre il suo testamento in quelle particolari regioni, il fatto di averne trovate copie testimonia che comunque il princeps riuscì a raggiungere il suo obiettivo.
Tuttavia, quasi sicuramente copie del testamento politico di Augusto furono appese agli edifici sacri o pubblici in ognuna delle principali città in tutte le provincie dell'impero.
Res Gestae così iniziava il lungo elenco che Augusto volle lasciare delle cose che aveva fatto, ma le tavole di bronzo del Mausoleo non sfuggirono al sacco di Roma del 410 d.C.: i Visigoti distrussero il Mausoleo di Augusto e asportarono le aeneae tabulae per il loro prezioso materiale. Del testamento di Augusto si mantenne viva la memoria per i riferimenti che Svetonio aveva fatto nella sua Vita Augusti. Dopo oltre mille anni, nel 1555, Ogier-Ghislain de Busbecq, un diplomatico fiammingo al servizio di Ferdinando I d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero ritrovò una copia scolpita su lastre di marmo ad Ancyra in Turchia: era una delle copie volute da Augusto delle Exemplar ex duobus ahenis pilis quae sunt Romae positae.
Del testo del monumentum Ancynarum furono fatte diverse trascrizioni dai tanti studiosi che si recarono in Turchia attratti dal ritrovamento, ma tutte parziali e spesso non corrette; si dovette aspettare il 1865 per avere una prima versione del testo redatta da Mommsen, basandosi sugli apografi di Perrot e Guillame, che lo stesso migliorò nel 1883 dopo che l'Accademia delle Scienze di Berlino poté fare un calco in gesso dell'epigrafe ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 01/05/2019)