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Piazza Fiammetta, la Piazza dedicata alla damigella di singolare beltà


Dietro Via dei Coronari, la strada dei venditori di rosari ed immagini sacre, che era sul percorso che facevano i pellegrini per andare a S. Pietro, si apre un largo che già nella pianta del Maggi del 1625 si chiamava Piazza Fiammetta.
Il nome gli fu dato dal popolo di Roma che così indicava la casa di Fiammetta De Micaelis, fiorentina di nascita e amante dei cardinali di professione.
Era nata nel 1465 a Firenze, la madre era una cortigiana; arrivata a Roma tredicenne fu per quasi due anni l’amante del Cardinale Jacopo Ammannati, confidente di papa Pio II noto umanista ed erudito, che quando morì la lasciò erede dei suoi beni. Non ci fu scandalo, ma il Papa Sisto IV bloccò l’eredità e nominò una commissione che aveva il compito di risolvere la questione; alla fine a Fiammetta "per amore di Dio e per provvederla di una dote" furono date quattro proprietà. Fiammetta affittò la casa sulla piazza per 26 ducati l’anno e tenne per sé le case di Via dei Coronari 157 e vicolo della Palma, oltre il casino con Vigna a Porta Viridaria vicino al Vaticano.

Fiammetta era una cortigiana onesta, apparteneva ad una buona famiglia, era di elevato rango sociale e capace di parlare d’amore e di poesia.
Nella Vigna di Porta Viridaria Fiammetta riceverà ogni notte il suo nuovo amante, Cesare Borgia, il Cardinale figlio del Papa.
L’aretino racconta che ad un certo punto della sua vita ebbe un padre spirituale, Egidio da Viterbo che la indusse a lasciare "la vita di peccato per il raccoglimento e la meditazione".
Morirà a Roma nel 1512, a 47 anni, lasciando disposizioni per essere sepolta nella Chiesa di Sant’Agostino, dove fin dal 1506 aveva il patronato sulla prima cappella a sinistra, che, come riferisce il Vasari, aveva fatto decorare dal fiorentino Iacopo Indaco con affreschi e una pala della Pietà.
La sua tomba come quelle di Giulia Campana e Tullia d’Aragona, sono scomparse, probabilmente eliminate dal furore della Controriforma.
I suoi beni andarono al figlio Andrea con una clausola particolare che aiuta a far capite il carattere della cortigiana onesta: gli immobili non potevano essere venduti, permutati o alienati, se non per la somma di 300 carlini in caso di matrimonio di una figlia bisognosa di dote. Se gli eredi non avessero ottemperato a questa clausola i beni lasciati dovevano essere spartiti fra alcuni istituti pii.

Il palazzetto in stile rinascimentale si trova tra Piazza Fiammetta e Via degli Acquasparta, nel rione Ponte, mantiene degli elementi tipicamente medievali; ha tre piani sovrastati dalla tipica altana romana e si apre verso la piazza con un portico a due fornici sorretto da colonne e pilastri.
La casa in Piazza Fiammetta è ancora là e chissà cosa avrebbe pensato Fiammetta sapendo che oggi invece di fatti d’amore e di poesia, dei noiosissimi commercialisti vi trattano questioni economiche e tributarie.





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 20/05/2015)




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