Incoronazione di Petrarca in Campidoglio
In Campidoglio, il giorno 8 aprile del 1341, il senatore Corso degli Anguillara incoronò “Poeta” , secondo le consuetudini degli antichi, Francesco Petrarca per l’opera in latino “Africa”.
L'Africa, opera per cui Petrarca meritò il riconoscimento come poeta in Campidoglio, era “ … rievocazione di una realtà storica che era altresì un'immensa forza morale, destinata a protrarsi sino alla fine del mondo, malgrado le distruzioni e miserie succedute ai trionfi.” (Carlo Belli)
Nelle intenzioni del Senato dei Conservatori di Roma era un modo di far rivivere la grandezza di Roma antica, di dimostrare come la cultura e la civiltà di Roma fossero quanto mai vive nonostante il Papa risiedesse ancora ad Avignone. Al poeta veniva riconosciuta con l’alloro la poetica così come avveniva nell’Antica Roma dove sembra che l’ultimo poeta ad essere incoronato con l’alloro sia stato Stazio.
La corona d'alloro veniva già data nella Grecia antica ai vincitori dei giochi pitici in cui gli artisti si confrontavano in competizioni di musica e poesia; l'alloro era la pianta sacra ad Apollo, dio della musica e della poesia ma a Roma sembra che la vittoria nelle gare poetiche non prevedesse l'incoronazione con all'alloro, almeno non ne parla né Plinio né Aulo Gellio. Nel clima di riscoperta della classicità, l'onore della corona d'alloro aveva un duplice valore, uno per il poeta che la riceveva e l'altro per la città che la assegnava e se il Petrarca in quel tempo pareva essere il più grande poeta, unico a meritare l'alloro, erano invece due le città che si contesero l'onore di assegnarlo.
A Valchiusa nei pressi di Avignone dove viveva nel 1303, Francesco Petrarca ricevete due lettere, una dal Senato di Roma e l'altra dall'Università di Parigi: entrambe lo invitavano a ricevere la corona d'alloro; Petrarca scelse di farsi incoronare in Campidoglio.
L’avvenimento suscitò critiche e polemiche perché la produzione di Petrarca era ancora poca, tanto che lo stesso Petrarca prima di ricevere il riconoscimento volle sottoporsi ad un esame e per questo andò alla corte di Roberto d'Angiò a Napoli., il re letterato, per essere esaminato da lui; solo se Roberto lo avesse ritenuto degno, il poeta avrebbe accettato l'alloro. Petrarca arrivò a Napoli a fine febbraio del 1341 e si intrattenne con il re molto spesso nel mese che intercorse prima di essere esaminato dal re.
Roberto d'Angiò era già in età avanzata ; l'esame durò tre giorni dal mattino sino all'ora del vespro; si conoscono alcuni degli argomenti che Petrarca espose: dell'arte poetica, del fine della poesia e delle caratteristiche del lauro.
Alla fine dell'esame il re riconobbe il poeta degno di ricevere l'alloro e gli propose di incoronarlo lui stesso a Napoli, ma Petrarca non volle venir meno alla parola data al Senato di Roma. Il re volle allora donare a Petrarca un “manto d'Onore”, era una tradizione orientale per cui il re usava donare un suo manto a chi riteneva meritevole del suo rispetto. Petrarca riparti per Roma dove giunse il 6 aprile del 1341 ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 07/07/2018)
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