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Orogenesi della Città Eterna

Orogenesi della Città Eterna

Tutto il territorio del Latium Vetus, la terra antica dove ebbe origine il dominio di Roma, circa sette milioni fa era solo una depressione i cui limiti a nord erano costituiti dai rilievi collinari della Tolfa e dei M. Cornicolani, ad est dal versante Occidentale dei M. Prenestini e M. Lepini, a nord est dal versante S. O. dei Monti Lepini; ad est dai M. Ausoni; il bordo Sud-Occidentale della depressione era indicato infine dal promontorio del Circeo.
Nel Pliocene questa vasta depressione fu colmata con formazioni prevalentemente argillose, poi circa un milione di anni fa si è verificata una emersione delle terre e una erosione che insieme a lievi movimenti tettonici hanno favorito il formarsi di increspature e faglie nei sedimenti argillosi. Successivamente ci sono stati fenomeni vulcanici che hanno portato alla formazione dei Monti Vicani, Monti Sabatini e Colli Albani ed al deposito, tra 700.000 e 30.000 anni fa, di materiali piroplastici e lavici sopra i sedimenti argillosi. I materiali riversati da queste manifestazioni vulcaniche hanno modificato la morfologia dell'area e soprattutto hanno cambiato il corso del fiume Tevere.
Le erosioni del periodo precedente sono state così colmate creando un sistema di vallate il cui strato superiore si è formato nel Pleistocene Superiore ed Olocene attraverso depositi per l'azione dei venti e per i riporti fluviali. Infatti, al culmine dell'ultima glaciazione, circa 18.000 anni fa il livello dei mari era 120 mt. sotto quello attuale e quindi il Tevere scorreva molto più in basso incidendo profondamente la valle. L'innalzamento delle temperature nell'era olocenica determinò anche l'innalzamento del livello del mare che invase il vasto delta del Tevere, il cui alveo è andato progressivamente innalzandosi sebbene non in modo costante.
Questi eventi hanno fatto sì che nell'area su cui è sorta Roma ci siano affioramenti di formazioni geologiche molto diversi; nelle aree che non sono state occupate dagli edifici è infatti ancora possibile vedere i sedimenti riferiti alle età geologiche che si sono susseguite: dai fossili dell'ambiente marino più profondo ai sedimenti argillosi che circa un milione di anni fa li ricoprirono, ed infine i prodotti piroplastici e lavici delle eruzioni vulcaniche.
Dopo questo periodo ha iniziato a definirsi il sistema fluviale del Tevere che allungando il suo corso ha raccolto le acque anche del fiume Aniene che prima riversava direttamente nella lacuna salmastra che ora è occupata dalla bassa valle del Tevere.
La conseguenze di quegli eventi geologici ancora oggi sono visibili in alcune zone di Roma; nelle zone comprese da Nord e nord-ovest affiorano le argille marine risalenti al Pliocenico, argille di colore grigio-azzurro da Castel Giubileo alla Tomba di Nerone sulla Via Cassia, alle pendici di Monte Mario verso la Farnesina e Piazzale degli Eroi. L'affioramento di maggiore rilevanza è lungo quasi due chilometri e corre dal fianco orientale di Monte Mario sino alle spalle degli edifici del Tribunale e via Labriola, area che recentemente è stata oggetto di interventi di bonifica idrogeologica per le frane che si sono verificate nel 2015.
Gli eventi franosi in aree argillose rappresentano comunque appena il 10% del totale di questi eventi che sono stati registrati a Roma dalla fine del Ottocento. Le cause delle frane sono da ricondurre alla forte antropizzazione dell'area per la quale è stato tagliato il naturale declivio delle pendici.





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 17/10/2020)




Bibliografia:

  • Geologia del territorio del Comune di Roma. Dipartimento V, Provincia di Roma