Oratorio dei Quaranta Martiri
Quando Christian Huelsen nel 1905 diede al mondo la sua descrizione del Foro Romano così descrisse l'edificio che si trovava nei pressi della Fonte di Giuturna: La parete di fondo dell' edicola di Giuturna s' appoggia ad una sala con abside di buona opera laterizia, situata esattamente nell' asse della Nova Via. A che servisse da principio è ignoto; nell' età cristiana fu trasformata in un oratorio dedicato ai Quaranta martiri.
Cosa fosse in realta quell'ambiente così ampio fu accertato nel 1901 da Giacomo Boni: era l'aula d'accesso alla Rampa Domizianea che collegava il Foro Romano con il Palazzo dell'imperatore ed era stata costruita nella seconda metà del I secolo d.C.
Quando i locali che erano stati il posto di guardia alla rampa che portava alla domus privata di Domiziano - e dove la guarnigione per la difesa del palazzo imperiale sorvegkiava e controllava coloro che salivano al palazzo dal Foro -, furono trasformati in luogo di culto dedicato a Santa Maria Antiqua, l'ambiente che si trovava nei pressi fu trasformato in Oratorio e dedicato ai Quaranta martiri di Sebaste. Sembra che si deve al generale bizantino Narsete la trasformazione dell'ambiente in oratorio cristiano.
Narsete, comite dell'imperatore Giustiniano, governò Roma per quindici anni fino alla sua destituzione nel 568; il generale dopo aver sconfitto i Goti aveva scelto come sua residenza i palazzi imperiali sul Palatino ai quali si accedeva dal Foro perchè gli altri accessi erano stati chiusi durante gli anni di guerra. Dovette quindi far restaurare il complesso che Domiziano aveva fatto ricostruire dopo l'incendio del 80 d.C. trasformando il peristilio in una sala d'attesa e il locale di guardia in atrio da cui si accedeva alla rampa che portava al palatio. Secondo le cronache questi ambienti nel 565 sarebbero stati trasformati in chiesa per volere dello stesso Narsete che nello stesso anno aveva scortato a Roma il nuvo Papa Pelagio; una concomitanza che meriterebbe una lettura più approfondita in quanto sancì il superamento dell'opposizione dei vescovi occidentali ed il rientro del Papa nell'Urbe. Secondo alcuni Narsete volle dedicare la nuova chiesa alla Vergine di cui era particolarmente devoto e trasformare l'atrio in oratorio dedicato ai martiri di Sebaste, vero esempio di milites christiani.
La vicenda dei Quaranta Martiri era accaduta durante il regno di Licinio Valerio che dal 313 era Augusto per l'impero d'oriente insieme a Costantino; nel 320 Licinio nonostante l'editto del 313 che riconosceva la libertà di culto sia nell'Impero d'Oriente che in quello di Occidente, quando entrò in conflitto con Costantino riprese le persecuzioni dei cristiani finendo con l'essere ricordato come il tiranno d'Oriente.
Licinio diventato imperatore d'Oriente anche con l'appoggio di Costantino, di cui aveva sposato la sorella Costanza quando si sentiì abbastanza forte decise di ritornare sui suoi passi circa la libertà di cullto riconosciuta ai cristiani ed impose che comunque venissero celebrati da tutti i riti per celebrare gli dei pagani.
Nel 320 si trovava acquartierata a Militene la Legio XII Fulminata in cui molti soldati erano cristiani e questi rifiutarono di fare sacrifici agli dei pagani come aveva imposto loro l'imperatore. Licinio fece radunarei soldati che avevano rifiutato e volle punire la loro disobbedienza con una pena lenta e terribile, l'assideramento. I legionari disubbidienti furono fatti immergere nudi e di notte nella riserva d'acqua delle terme di Sebaste che per la stagione invernale era diventato un lago di ghiaccio. Sulla sponda del lago di ghiaccio venne preparata una tenda con un bagno caldo dove avrebbero potuto entrare coloro che volevano ripensarci; solo uno ci ripensò, un certo Melezio che però morì ugualmete non sopportando ilforte sbalzo di temperatura. Al contempo, la guardia che doveva sorvergliarli colpito dalla forza della loro fede si convertì e venne immerso anche lui nell'acqua gelida ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 27/01/2021)