Pompei: nuovo affresco con Leda e il cigno
A Pompei ancora una meravigliosa scoperta nel corso degli scavi nella Regio V nella domus posta lungo la strada in direzione di Porta Vesuvio dove, asportando gli strati di cenere, è apparsa la parete di un cubiculum affrescata con un immagine del mito di Leda ed il Cigno.
L'affresco ritrae il momento in cui Zeus, nascosto sotto le sembianze di un cigno, riesce ad avere un rapporto sessuale con Leda moglie del Re di Sparta Tindaro in quel momento lontano dalla città. In una delle tante versioni del mito la bellissima Leda mentre passeggia lungo le rive di un laghetto vede volare un cigno inseguito da un'aquila e lo protegge nascondendolo sotto il suo mantello. Il cigno la stordisce spandendo profumo di ambrosia ed accarezzandola con il collo su tutto il corpo inducendola a cedere, la sera stessa Leda avrà un rapporto anche con Tindaro ed alla fine da questi amori Leda partorirà due uova: da una nasceranno Castore e Polluce e dall'altra Elena e Clitennestra, Polluce ed Elena figli di Zeus e Castore e Clitennestra figli di Tindaro.
Il mito di Leda ed il Cigno era un tema molto diffuso per la decorazione delle domus romane; nella stessa Pompei sono state ritrovate immagini di Leda con il Cigno già nella domus del Citarista, nella domus del Meleagro, in quella dei Capitelli colorati ed in altre ancora.
I romani chiamavano cubiculum le stanze da letto e proprio nella parete di un cubiculum era dipinta l'immagine ammiccante di Leda durante l'amplesso con il cigno; a questo cubiculum si arrivava dopo aver attraversato l'atrium, la stanza centrale della domus, che le fauces collegavano al vestibulum ovvero l'ingresso della casa. Nelle fauces in cui si è scavato nei mesi scorsi è stato ritrovato un altro affresco particolare: un Priapo nell'atto di pesare il suo pene su una bilancia.
Priapo era il dio del vigore maschile e la sua rappresentazione era legata agli auspici di fecondità. Sempre a Pompei c'è un altro affresco in cui Priapo è raffigurato nell'atto di usare la bilancia e si trova nella famosissima Casa dei Vettii. La presenza di questi soggetti chiaramente allusivi alla vita sessuale era normale perché alla sessualità erano legati alcuni valori imprescindibili per una cultura patriarcale come quella romana e per la quale l'uomo doveva dare dimostrazione di autorità e potere in tutte gli aspetti della vita. Non a caso la parola “virilità” che deriva dal termine latino “vir”, ovvero uomo, oggi è usata per indicare tanto la prestanza fisica e la forza di carattere quanto le prestazioni sessuali. L'uomo romano doveva dare prova del suo potere ed in questo il sesso era una delle tante manifestazioni e veniva vissuto con quella libertà dei costumi che con l'affermazione della morale cristiana avrebbe assunto invece connotazioni negative.
Nelle domus romane i cubicula erano quindi ambienti nei quali non solo si dormiva ma si svolgevano le attività sessuali e dove le figure erotiche sulle pareti erano propiziatorie tanto più che i temi spesso coinvolgevano gli dei che in quanto a vita sessuale erano di sprone ed esempio.
La Leda e il cigno appena scoperta presenta peraltro una iconografia molto sensuale e, secondo il Direttore degli Scavi di Pompei, il modello potrebbe essere quello della Leda di Timoteo, scultore greco attivo nel IV sec. a.C. e di cui sono pervenute alcune statue di copie ellenistiche e romane come quella esposta ai Musei Capitolini di Roma ed anche quella acefala, seppure bellissima, che si può ammirare al Museo archeologico di Formia. Il particolare che avvicina la Leda dell'affresco a quella di Timoteo è il gesto di alzare il mantello per proteggere il cigno che inseguito dall'aquila ha cercato riparo presso di lei e l'influenza dello scultore si vedrebbe nel particolare del drappeggio molto simile a quello della Nike del tempio di Esculapio ad Epidauro attribuita con certezza a Timoteo.
Il mito di Leda venne rappresentato, almeno sin dal VI secolo a.C., con molte varianti che confluiscono in due archetipi iconografici, uno in cui Leda è accanto al cigno e l'altro in cui si unisce ad esso; l'affresco appena scoperto presenta Leda mentre si unisce al cigno e la vividezza dei colori e la plasticità delle forme che la tecnica dell'affresco consente, conferiscono a questa rappresentazione la particolarità che dà eccezionalità alla scoperta.
L'affresco si può classificare come appartenente al quarto stile della pittura pompeiana, come sembra confermare l'uso di colori vivaci e sapientemente sfumati, sia perchè si ritiene che nella casa fosse in corso una ristrutturazione per sanare i danni del terremoto del 62 d.C. ed è quindi verosimile che gli artisti impegnati avessero fatto propri i criteri dello stile post-augusteo, sia per il modo in cui è stato trattato il tema mitologico. Infatti, seppure l'ispirazione veniva dai grandi esempi dell'arte greca classica, gli artisti pompeiani davano la propria libera interpretazione sulla quale influivano l'ambiente in cui l'opera veniva realizzata ma anche lo scopo che essa doveva avere per il committente. Proprio l'applicazione di questi criteri nella realizzazione degli affreschi ha fatto sì che a Pompei non esistano due rappresentazione uguali dello stesso tema che in pittura rappresenta l'intraprendenza sessuale. Allo stesso tempo questo suggerisce una possibile interpretazione dell'alta carica erotica di questa Leda posta non solo a decorare la parete di una stanza da letto ma a suggerire fantasie per un padrone di casa gaudente oltre che molto ricco.
di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 22/11/2018)