Navalia
Fino al IV secolo a.C. le guerre che Roma dovette combattere furono esclusivamente fatte di avanzate, ritirate e scontri sulla terraferma, e quindi non si dovette dare molta importanza alle forze navali, fu solo dopo la definitiva sconfitta degli Anziati quando tutte le galee trovate nel porto furono disarmate e quelle mal ridotte date alle fiamme, che quelle in grado di navigare furono trasferite a Roma e si pose il problema di avere delle strutture adeguate per custodirle e per eseguire I lavori necessari alla loro efficienza; nacquero così i Navalia.
Queste strutture per tenere al riparo le imbarcazioni furono costruite in riva sinistra del Tevere alle propaggini orientali del Campus Martis ed arrivavano a fronteggiare l'Isola Tiberina, andando a ricollegarsi con le strutture del Portus Tiberinus; si racconta che esisteva un chalcidicum, un lungo portico o via tecta, che collegava i Navalia all'Ara Maxima Herculis posta nei pressi dei carceres del Circo Massimo. Il motivo che rese necessaria la costruzione dei Navalia del Campo Marzio, fornisce anche una prima data certa della loro esistenza il 338 a.C.
Non esistono dati certi dell'esistenza di Navalia in età più antica anche se la tradizione riporta che esisteva un sito posto lungo il fiume dove era conservata la Nave di Enea. La descrizione di questa nave venne fatta da Procopio di Cesarea, segretario del generale bizantino Belisario, che quando arrivò a Roma del 551 d.C. nel suo racconto scrisse che per conservarla
… fecero nel mezzo della città un cantiere sulla riva del Tevere, ove collocata da quel tempo la conservano.
(Traduzione di Domenico Comparetti)
Senza entrare nel merito della verità sulla nave di Enea, doveva esserci a Roma da lungo tempo una nave che la rappresentava e che era conservata in una costruzione, quella che vide Procopio, più simile ad uno stallo dalla pianta allungata e coperto da un tetto a due falde dove la nave doveva essere stata posta su un podio rialzato.
Gli studiosi hanno lungamente tentato di individuare il sito dove doveva trovarsi l'edificio della nave di Enea e se è certo che doveva essere nei pressi dei primi arsenali e da alcune scoperte nei sotterranei degli edifici costruiti in epoca moderna nell'area del Circo Flaminio, si può ritenere che dovesse trovarsi dove oggi corre il Lungotevere de' Cenci.
Questa ipotesi sembra confermare che I Navalia di età repubblicana si trovavano proprio in Campo Marzio e di fronte all'Isola Tiberina.
Con il termine Navalia con cui si indicavano i ricoveri delle naves commerciali che risalivano il Tevere, passò poi ad indicare il porto militare di Roma che rimase sulla riva del Tevere durante tutta l'età repubblicana, sarà poi Agrippa che riorganizzerà la flotta militare romana portandone la sede in due località sul mare da cui poteva essere meglio gestita; nel 27 a.C. furono istituite la Classis Misenensis a Capo Miseno e la Classis Ravennatis a Ravenna.
Tuttavia per l'incremento dei traffici e l'aumento del numero di imbarcazioni che operavano lungo le ripae del fiume, già nel II secolo a.C. si rese necessario costruire dei nuovi e più grandi Navalia che alcuni archeologi ritengono siano identificabili con le strutture emergenti sulle sponde del Tevere nei pressi della ripa marmorata.
L’immensa costruzione era divisa in 50 ambienti larghi m. 8,30 e lunghi m. 60, inoltre sembra che il piano interno fosse – più che e gradoni come appare nella ricostruzione di Gatti del 1934 - simile ad una rampa che proseguiva verso il Tevere e questo sembra essere più funzionale alle attività di manutenzione navale, infatti le rampe potevano rendere agevole tirare in secca le imbarcazioni che avevano necessità di riparazioni.
L’edificio in opus incertum è senz’altro un unicum a Roma, sia per la pianta che per le dimensioni. La sua superficie di quasi 30.000 metri quadrati, i suoi 294 pilastri interni (a cui vanno aggiunti altri 49 in opera quadrata sul fronte verso il Tevere), i 343 archi interni ed i 50 della facciata, oltre alle 200 volte a botte che coprivano tutto lo spazio interno, lo caratterizzano come uno dei più grandi monumenti della città, paragonabile alle maggiori costruzioni di età imperiale.
(Pier Luigi Tucci- Navalia, 2006)
La possibilità che si tratta proprio dei Navalia sembra essere confermata dalla ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 02/03/2020)