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Vita di Mecenate

Vita di Mecenate

Cilnio Mecenate nacque il 13 aprile, data certa riferita da Orazio, quasi sicuramente dell’anno 70 a.C. La sua famiglia paterna apparteneva agli equites ed egli fece il cursus honorum previsto per la sua classe. Si presuppone che fosse suo antenato un Menippo e che suo padre Menodoro si fosse schierato con Giulio Cesare contro Pompeo Magno e che, da allora, la sua famiglia si fosse trasferita a Roma e Giulio Cesare avesse iniziato allora ad apprezzare le capacità del giovane Mecenate.
Era imparentato per parte di madre con i Cilnii, lucumoni aretini prima della conquista di Roma. I Cilni erano una gens legata e fedele a Roma già dal III secolo a.C. se, come racconta Silio Italico, tra i prigionieri che Annibale fece nella battaglia del Lago Trasimeno c'era un Cilnio che dovendo dare al condottiero cartaginese informazioni su Quinto Fabio Massimo ne fece un panegirico; ed ancora un Cilnio cadde tra i romani nella battaglia di Canne.
Quando era già diventato un potente protettore degli artisti questi ne cantavano un origine regale e tra tutti l'amico fedele Orazio scriveva:

Maecenas atavis edite Regibus ...(Odi 1,1)
… Tyrrhena Regum Progenies … (Odi 29,3)

Alcuni commentatori più tardi dallo studio degli scritti di Orazio e Properzio si sono spinti a sostenere legami con un Cecina che sarebbe stato re degli etruschi nel V secolo a.C., mentre altri ancora sostengono legami invece con quel Lars Porsenna lucumone di Chiusi, che Plinio definì re d'Etruria, che assediò Roma quando era ancora una giovane repubblica.
Ancora da scoprire è comunque l'origine del suo cognomen Maecenas; secondo Varrone sarebbe da riferirsi alla provenienza della famiglia e quindi ad un luogo geografico, mentre Plinio da parte sua cita le vigne Maecenaziane legando quindi il nome della famiglia al possedimento di coltivazioni di vite e produzione di vino.
L’origine etrusca darà a Mecenate il senso della grandezza politica e la sua religiosità inquieta e tormentata ma da quelle terre arrivava anche la grande ricchezza di Mecenate. Gli storici facevano risalire la ricchezza della famiglia alla proprietà di figline o fabbriche di vasi nel territorio di Arezzo, tuttavia nei ritrovamenti di manufatti in sigillata difficilmente vengono ritrovati bolli con la scritta che rimanda ai Cilni.
Alcuni annalisti fanno risalire a questa origine etrusca anche il suo amore per il lusso, l’eccentricità nel vestire e una certa lussuria, anche se probabilmente queste valutazioni potrebbero fondare su valori etici negativi per la differenza delle sue abitudini da quelle tradizionali di Roma; sicuramente sul loro giudizio ha influito la descrizione che di lui diede Seneca come esempio di uomo dissoluto, effeminato e snervato dall’eccessiva felicitas.
Dell'educazione di Mecenate non si conosce molto, tuttavia la sua perfetta conoscenza del greco induce a ritenere che abbia passato in Grecia un periodo di studio anche prima del soggiorno ad Apollonia insieme ad Ottaviano. Diverso fu il rapporto di Mecenate con la lingua latina che parlava bene anche se i coevi definivano il suo latino strambo.
Il suo incontro con Ottaviano fu favorito da Cesare che forse aveva già visto in lui il giusto consigliere per il nipote che aveva intenzione di nominare suo erede. Cesare dopo la battaglia di Munda aveva mandato anche Mecenate ad Apollonia dove si consolidò l'amicizia con Ottaviano. Era tra gli amici che si strinsero attorno ad Ottaviano quando arrivò la notizia dell'assassinio di Cesare e, probabilmente, insieme elaborarono la prima strategia: Mecenate sarebbe rientrato direttamente a Roma per iniziare a tessere i rapporti politici necessari all'erede del dittatore mentre questi in sordina sarebbe rientrato in Italia.
Mecenate non fu solo consigliere di Ottaviano nei primi anni di potere a Roma, ma ne fece le veci quando il giovane nipote di Cesare dovette partire per le campagne di guerra per vendicare lo zio ma soprattutto per eliminare i suoi rivali; così Cassio Dione descrive sinteticamente l'attività svolta da Mecenate: Delle altre questioni, nell'Urbe e nel resto d’Italia, si occupò e allora e ancora per molto tempo Gaio Mecenate, cavaliere.
Era Mecenate che incontrava i senatori e mediava i rapporti con i patrizi romani. Prima di Filippi ed ancora negli anni seguenti fino alla battaglia di Azio mentre Ottaviano era con le legioni a fronteggiare prima Sesto Pompeo in Sicilia e poi Antonio in oriente, sebbene non avesse alcun incarico ufficiale Mecenate governò Roma adottando a volte anche misure molto severe ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 14/05/2019)