Login    FOLLOW US ON follow on Facebook follow on Twitter follow on Pinterest follow on Tumblr follow on Google Plus

Leggende del Mirto

Leggende del Mirto

Una delle piante leggendarie di Roma è il mirto, perché fu con il Myrthus che Romani e Sabini si purificarono quando lo scontro causato dal Ratto delle Sabine si concluse con la fusione dei due popoli. La leggenda vuole che lo fecero nello stesso luogo dove era avvenuto lo scontro e dove venne poi eretto il sacello di Venere Cloacina, la dea purificatrice e la cui pianta era proprio il mirto.
Il nome Myrtus deriva dal greco Myrtos, ed i greci lo usavano per le corone con cui cingevano il capo dei vincitori dei giochi elei ed il cui uso era legato al mito di Myrsinae, una ragazza invincibile nelle gare atletiche; la sua abilità era tale che i giovani atleti con cui gareggiava per gelosia la uccisero ed allora Athena la trasformò in una pianta che da lei prese il nome.
Una leggenda legata al mirto è anche quella della profetessa dell'oracolo di Dodona, Myrtila a cui si rivolsero i Beozi quando entrarono in guerra con i Pelasgi dell'Attica ed ambedue decisero di consultare l'oracolo; la sacerdotessa Myrtila ai Beozi diede il responso “un sacrilegio vi darà la vittoria” ma quelli pensarono che si era accordata con i Pelasgi e decisero di rapirla e la gettarono in un lebete pieno di acqua bollente pensando che, se li aveva traditi quello era il giusto castigo e che , se invece, aveva detto la verità in quel modo l'oracolo si sarebbe avverato.
Secondo gli studiosi (Mauritius) la triste fine della profetessa sottolinea il passaggio nelle civiltà arcaiche delle modalità di utilizzo dei vegetali dal crudo al cotto.
Ma le leggende legate al mirto sono anche quelle di Myrtò, Myrtine, Mirtilia: Myrtò era il nome di una della amazzoni che combatté contro Teseo. Ancora ad un'altra amazzone rimanda il nome Myrina, la regina libica delle Amazzoni di cui Diodoro Siculo racconta come seppe guidare le sue compagne, assoggettare il popolo di Atlantide ed arrivare sino in Syria; il nome Myrina gli fu dato dagli dei e significa donna profumata di unguenti e ricorda il profumo dell'olio essenziale che si ricava dalle bacche profumate della pianta, mentre una tradizione ricorda anche che la Libia era considerata la terra dove si iniziò a coltivare il mirto. L'accostamento del mirto con le amazzoni sottolinea lo stretto legame che sin dai tempi arcaici viene riconosciuto alla pianta con la femminilità e che, per questo, non poteva che essere la pianta di Venere.
Nelle Metamorfosi, Ovidio racconta che Afrodite quando nel giorno della sua nascita uscì dal mare sulla spiaggia di Citera, si nascose dietro una pianta di Mirto per sottrarsi agli sguardi dei satiri facendo così della pianta il simbolo della femminilità.
Il mirto era conosciuto e connesso a riti religiosi dai tempi arcaici: è rappresentato su un affresco del XVI secolo a.C. nel palazzo d Cnosso, in un anello rinvenuto in Messenia in cui è rappresentata una donna che depone un ramo di mirto su una tomba, mentre una delle prime attestazioni in ambito italico è in una olpe a figure nere rinvenuta a Vulci e datata 520 a.C. in cui sono rappresentati Efeso e Venere, il primo con un bastone e la seconda con un ramo di mirto ...



Per leggere tutto l'articolo iscriviti!



di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 07/02/2019)