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Iconografia di Augusto

L'immagine che le statue dedicate ad Augusto forniscono è chiara ed univoca, e ci fornisce la certezza delle sue fattezze. Ma questa certezza non è solo dovuta alla molteplicità di statue onorarie dedicate a chi è stato una delle personalità più importanti di Roma antica, a colui che riportò la pace in tutto l'impero, onorato in ogni provincia, oppure alla lunga durata del suo potere quanto piuttosto ad una precisa scelta estetica in linea con la sua politica e quindi in ultima analisi uno strumento di propaganda politica.
La ritrattistica romana del I secolo a.C. aveva assimilato gli stili propri di quella greca e come in quella si usavano contemporaneamente gli stili dal periodo più antico (V secolo) sino all'età ellenistica e ad essi si facevano corrispondere valenze simboliche differenti in funzione del messaggio che era connesso alla rappresentazione del personaggio.
La realizzazione di una statua onoraria come doveva essere quella di un princeps senatus per le fattezze del volto doveva necessariamente partire da uno studio “dal vero” dei tratti del volto, dell'acconciatura dei capelli e dagli oggetti che ne comunicavano lo status.
Tuttavia affinché le statue svolgessero la loro funzione era necessario che, come raccomandava Platone, fossero la proiezione di un'immagine, un eidolon (idolo), piuttosto che un eikon, un ritratto dal vero. Dal programma politico, dal messaggio che il princeps voleva trasmettere dipendeva quindi lo stile con cui veniva realizzata la statua e per avere la certezza del risultato ci si rifaceva a dei modelli.
La conquista della Grecia e della sua arte aveva determinato il formarsi di due correnti stilistiche quasi antitetiche nella statuaria romana; da una parte quella che aderì ai canoni ellenistici che attraverso il movimento e la mimica del volto lasciavano passare il pathos del personaggio, dall'altra la corrente rimasta legata ai canoni romani repubblicani ispirati ad una maggiore perfezione del tratto somatico e compostezza del movimento. Ottaviano Augusto propugnatore dei valori propri della tradizione romana non poteva che scegliere il modello stilistico fedele ai canoni spiccatamente romani così come aveva fatto prima di lui il padre adottivo Giulio Cesare. Le statue che lo rappresentavano dovevano essere realizzate secondo canoni che sono perfettamente in linea con la descrizione aulica fatta da Svetonio:
… Forma fuit eximia et per omnes aetatis gradus venustissima, quamquam et omnis lenocinii negligens … Vultu erat vel in sermone vel tacitus adeo tranquillo serenoque … Oculos habuit claros ac nitidos, quibus etiam existimari volebat inesse quiddam divini vigoris, gaudebatque, si qui sibi acrius contuenti quasi ad fulgorem solis vultum summitteret.

... Fu di straordinaria bellezza in ogni età e sebbene non ricorresse al alcun artificio … Il volto era tranquillo e sereno sia quando parlava sia quando taceva ...Aveva gli occhi luminosi e brillanti e voleva, anche si credesse trapelasse una sorta di energia divina, e si compiaceva se quando fissava qualcuno con intensità questo si prosternava come colpito dal bagliore del sole.

Tuttavia lo scelta dei modelli maturò nel corso degli anni a partire dal 43 a.C e si cristallizzò solo dopo il 27 a.C,, almeno questo è quanto sostengono gli studiosi che hanno individuato circa 20 tipi di riferimento ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 20/02/2020)




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Bibliografia:

  • nna Pasqualini: L'ideologia augustea e la sua immagine.Osservazioni a margine della mostra “Augusto”  alle Scuderie del Quirinale. Rationes Rerum lug-dic 2013. Ed Tored, Tivoli.