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Flamini minori

Flamini minori

I sacerdoti che potevano compiere i riti celebrativi delle più importanti divinità romane erano detti flamini ed è Varrone che spiega l'origine del loro nome:

Flamines quod in Latio capite velato erant semper ac caput cinctum habebant filo, flamines dicti
I Flamini ebbero questo nome, cioè di Filamines poiché nel Lazio avevano sempre il capo velato e cinto da un cordone (filum)

quindi dal nome del cordoncino detto filum vennero chiamati Filamines, nome poi contratto in Flamines.
Secondo la tradizione Romolo avrebbe istituito il Flamen Dialis ed il Flamen Martialis, sarebbe stato invece Numa Pompilio ad istituire il Flamen Quirinalis che erano i sacerdoti a cui erano affidati i culti degli dei maggiori Giove, Marte e Quirino. Ma il pantheon romano era composto da molte altre divinità che sovraintendevano ad altre attività o ambiti più specifici e per alcune di queste furono istituiti i collegia dei sacerdoti che dovevano occuparsi dei riti a loro dedicati, questi sacerdoti erano detti flamines minores.
E' Festo Avieno che fornisce l'indicazione della distinzione esistente tra Flamines Maiores e Flamines Minores, spiegandola con l'importanza dell'ambito ricadente sotto la protezione del dio:

Maximae dignationis Flamen Dialis est inter quindecim flamines, et cum ceteri discrimina maiestatis suae habeant, minimi habetur Pomonalis, quod Pomona levissimo fructui agrorum praesidet pomis.
Il Flamen Dialis è tra i quindici flamini quello che ha la massima dignitas e, dal momento che gli altri hanno delle distinzioni nella propria autorità religiosa, viene considerato al livello più basso il Flamen Pomonalis, perché Pomona presiede ai frutti con minimo vantaggio per i campi.

I flamini minori condividevano con i maggiori l'essenza del loro sacerdozio: in essi il dio si incarnava .
Festo dà anche altre informazioni sui flamini; poiché in totale i flamini almeno fino all'età di Augusto erano quindici e solo tre il Flamen Dialis sacerdote di Giove, il Flamen Martialis sacerdote di Marte ed il Flamen Quirinalis sacerdote di Quirino erano considerati i Maiores, ne consegue che i Minores erano dodici, numero che secondo alcuni studiosi discenderebbe dal numero dei mesi.
I dodici Flamini Minori erano a loro volta divisi in due gruppi di sei secondo una scala di importanza decrescente.
Dei flamines minores le fonti epigrafiche e letterarie non hanno tramandato tutti i nomi ma solamente di dieci: Carmentalis, Cerialis, Portunalis, Volcanalis, Volturnalis, Palatualis, Furinalis, Floralis, Falacer, Pomonalis.
Del primo gruppo sono noti solo i nomi di quattro flamines tra cui il più noto è il Flamen Carmentalis che viene citato anche da Cicerone raccontando come nel 359 a.C. con riferimento alla carica ricoperta da Popilio Lenate, più volte console, in quello stesso anno non si esimesse dall'officiare sacrifici alla Dea Carmenta di cui era sacerdote. Proprio Cicerone indirettamente fornisce un'altra informazione: ai plebei era permesso concorrere per diventare flamines minores mentre la carica di flamen maior fu sempre riservata solo ai patrizi. E Festo chiarisce che:

Maiores flamines appellabantur patricii generis, minores plebei.
Flamini Maggiori erano nomine riservate ai patrizi. Flamini Minori ai plebei.

Questa distinzione venne a cadere dopo la riorgnizzazione dei collegi sacerdotali voluta da Augusto anche se è vero che almeno le cariche di flamen Carmentalis e flamen Cerialis rimasero sempre appannaggio della classe equestre.
Oltre al flamen Carmentalis ed al flamen Cerealis, del primo gruppo facevano parte anche i flamines Portunalis e Vulcanalis a cui erano affidate le celebrazioni rispettivaente dei Portunalia e dei Volcanalia. Le prime erano anche dette Tiberinalia, perchè avvenivano presso il Porto Tiberino che era sotto la protezione di Portunno.
Le incombenze del flamen Volcanalis sembra fossero ampie infatti, dell'esistenza di un particolare rito affidata al Flamen Vulcanalis si ha una conferma letteraria da Macrobio che lo cita per i sacrifici che nel mese di maggio il flamen doveva fare a Maia considerata la paredra di Vulcano ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 14/02/2021)