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Monumento di Eurysace

Monumento di Eurysace

Nel 30 a.C. Marco Virgilio Eurysace, panarium nella Roma di Ottaviano ottenne di poter costruire il monumento funebre per sé e per sua moglie Antistia nella zona orientale del Colle Esquilino chiamata ad Spem Veterem, indicazione che sottolineava la presenza di un tempio dedicato nel 477 a.C alla Dea Speranza. Come tutti i monumenti funerari era fuori delle mura serviane e del Pomerio, lungo la via che conduceva all'antica Praeneste e dove si trovavano già molte altre tombe e monumenti funerari.
Marco Virgilio Eurysace era un liberto di origine greca, come si evince dal nome, con eccellenti capacità imprenditoriali che riuscì ad avere un'impresa abbastanza grande da diventare fornitore dello stato e in quanto tale anche un apparitore, ovvero ufficiale subalterno di magistrati e sacerdoti; queste notizie si possono leggere sull'iscrizione

… PISTORIS REDEMPTORIS APPARET ...

Gli apparitori erano cittadini romani e raramente liberti, che godevano di alcuni privilegi come posti riservati a teatro e l'immunità dal servizio militare ed a differenza dei magistrati ricevevano anche uno stipendio, poiché dipendevano da un collegium di magistrati (quali i maggiori Pontefici, Feziali ed Auguri ma anche i tribuni, i questori, gli edili ed altri) erano questi che li eleggevano e la carica durava un anno ma poteva anche essere una carica a vita come sembra sia accaduto ad Eurysace.
Riuscì a poter comperare un terreno dell'ager publicus fuori del Pomerium e qui fece costruire la tomba per la sua famiglia che dalle caratteristiche è stata datata in età augustea. Era una costruzione alta di cui oggi rimane un elevato di 7 metri ma che originariamente doveva avere anche un coronamento che poteva essere conico o piramidale come nei monumenti dello stesso periodo.
La struttura in elevato ha un basamento realizzato in blocchi di tufo dell'Aniene rinforzato da blocchi di travertino mentre la parte superiore è realizzata in opera cementizia rivestita di lastre di travertino.
Il sepolcro ha una particolare decorazione architettonica che non solo rimanda alla struttura del panarium ma descrive nella sua cornice le diverse sequenze dell'attività produttiva. Si può vedere la fase di pesatura del grano seguita dalla molatura e poi la setacciatura della farina; una parte del fregio è andata perduta per cui si prosegue con la preparazione della pasta, la pezzatura dei pani e per finire l'infornata.
Nel podio del monumento è stata individuata una cavità che doveva contenere le urne cinerarie di Eurysace e di sua moglie Antistia la cui urna cineraria aveva la forma di una madia; l'epigrafe di Antistia invece fu rinvenuta nella zona delle Terme di Diocleziano ed era composta in versi ritmici

FUIT A(N)TISTIA UXOR MIHEI
FEMINA OPITUMA VEIXSIT
QUIOIUS CORPORIS RELIQUIAE
QUOD SUPERANT SUNT IN
HOC PANARIO

Antistia fu mia moglie/visse come donna ottima/le cui rimanenti spoglie/riposano in questo panario.

Quando Aureliano costruì le sue mura alla fine del III secolo rispettè il monumento di Euryce che rimase all''esterno, tuttavia il sepolcro fu inglobato nel V secolo dall'Imperatore Onorio nelle torri che fece costruire davanti alla Porta Maggiore per creare un caposaldo di difesa dell'Urbe. In questa operazione deve essere stato distrutto il lato orientale del monumento dove si trovava anche il bassorilievo con le effigi di Eurisace e di Antistia che rivenuto integro nella demolizione delle torri di Onorio disposta nel 1838 fa Papa Gregorio XVI si trova oggi al Museo dei Conservatori in Campidoglio.





di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 11/03/2018)