L'esperimento Galileano al Belvedere del Gianicolo
Una mattina di aprile del 1611 Galileo Galileo salì sul punto più alto del Gianicolo per dare una dimostrazione agli accademici dei Lincei, il circolo scientifico più importante d' Europa, delle straordinarie potenzialità del nuovo strumento che aveva progettato: il cannocchiale.
Fu un vero evento a cui parteciparono non solo gli accademici ma anche le personalità eminenti della Curia Romana. Per dimostrare come funzionava, il nuovo “istrumento” di Galilei fu puntato verso la Villa Mondragone, il Casino che il principe Altemps possedeva sulle colline Tuscolane; tutti poterono ammirare l'architettura della Villa, la nitida visione decretò la riuscita dell'esperimento di Galileo Galilei che venne iscritto tra gli Accademici dei Lincei.
Ma altre e più mirabolanti erano le visioni che il nuovo strumento offriva. Il primo che aveva avuto modo di ammirare la nuova scoperta di Galileo era stato il principe Federico Cesi che il 14 aprile del 1611, salito anche lui sul punto più alto del Gianicolo, ebbe modo di osservare la Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Giovanni in Laterano e riuscì a leggere le iscrizioni che si trovano ad una distanza di cinque chilometri. Cesi che pochi anni prima era stato il fondatore della Accademia dei Lincei, con il nuovo strumento potè anche a vedere i satelliti di Giove ed altri corpi celesti.
Per le osservazioni era stato scelto il punto più alto del Gianicolo, quello che allora veniva chiamato Belvedere e dove Monsignor Malvasia. aveva costruito un casino per la villeggiatura che da lui prese il nome di Casino Malvasia. IL Casino era circondato da vigne, alberi da frutta e spazi coltivati ad orto; la costruzione aveva diversi piani ed una loggia rivolta ad est da cui si aveva una meravigliosa veduta di Roma. Sullo spiazzo antistante il casino Galileo montò il suo nuovo strumento che permetteva di vedere oggetti posti a grande distanza ma anche di effettuare delle osservazioni astronomiche. Uno alla volta si susseguirono le personalità più importanti di Roma nel provare il nuovo strumento che Galilei aveva costruito per poter migliorare l'osservazione astronomica.
Tra gli intellettuali e potenti che salirono al Gianicolo per “sperimentare” quanto era possibile con il nuovo strumento inventato da Galileo c'era anche il Cardinale Roberto Bellarmino che, pochi giorni dopo il 19 aprile, prima di prendere posizione nei confronti del nuovo strumento e le tesi di Galileo, chiedeva il parere ai matematici del Collegio Romano, considerati tra le massime autorità scientifiche del tempo, riguardo:
… nuove osservazioni celeste di un valente matematico per mezo d'uno istrumento chiamato cannone overo ochiale, et ancor io ho visto per mezo dell'istesso istrumento, alcune cose meravigliose intorno alla Luna ed a Venere. ...
Le osservazioni fatte con il “cannone overo ochiale” mettevano in discusssione molte cose fino a quel momento date per certe e che rivelvano:
1. “moltitudine di stelle fisse, invisibile con il solo occhio naturale et in particolare della Via Lattea, et delle nebulose che siano congerie di minutissime stelle”;
2. che Saturno non sia una semplice stella, ma tre stelle congionte insieme;
3. che la stella di Venere habbia le mutazioni di figure, crescendo e scemando come la Luna;
4. che la Luna habbia la superficie aspera et inuguale;
5. che intorno al pianeta Giove discorrini quattro stelle mobili et di movimenti fra loro differenti et velocissimi.
Queste “cose meravigliose” Galileo le aveva scoperte nel 1610 quando dopo aver perfezionato il cannocchiale ideato due anni prima dall'olandese Hans Lippershey .
Gli studiosi che dovettero rispondere al Cardinale furono i matematici ( e gesuiti) Cristoforo Clavio ed i suoi collaboratori Grégoire de Saint-Vincent, Oto Maelcote e Paolo Lembo che nel 1610 aveva costruito il primo telescopio montato sulla torretta del Collegio Romano.
I matematici gesuiti del Collegio Romano risposero puntualmente ad ogni domanda :
1. “Alla prima che è vero che appaiono moltissime stelle mirando con l'occhiale nelle nuvolose del Cancro e Pleiadi; ma nella Via Lattea non è così certo che tutta consti di minute stelle..., benchè non si può negare che non ci siano ancora nella Via Lattea molte stelle minute ..." e comunque non eslusero che nella grandisssima moltitudine potessero essere non solo minutissime ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 22/12/2020)