Domiziano imperatore e agonoteta
Quando Domiziano inaugurò il Circo che aveva fatto costruire per le gare di atletica in Campo Marzio non solo fu spettatore dei giochi ma volle anche esserne il giudice, l'agonoteta. Il giovane imperatore aveva una vera passione per l'atletica tanto che nel suo palazzo sul Palatino aveva fatto realizzare un'area porticata nella quale poteva allenarsi nell'atletica ma anche esercitarsi con i cavalli.
A Roma le competizioni ginniche presero il nome di “Agone” come derivazione dal nome dal Dio arcaico “Agonio” che presiedeva le azioni, l'agire a cui rimanda anche la radice etimologica “ago”.
La tradizione romana e quella parte della classe senatoriale più conservatrice avevano sempre considerato i certamina graeca come immorali in quanto non erano dimostrazioni delle capacità ginniche dei guerrieri ed inoltre l'uso di gareggiare nudi degli atleti greci offendeva il senso del pudore dei romani. Diverso era per l'agone poetico in cui si confrontavano gli aedi; già nel VI secolo a.C. esistevano gli agoni rapsodici che si tenevano in concomitanza con le Panatenaiche.
Tuttavia già con Giulio Cesare le cose cominciarono a cambiare per arrivare all' Agone Aziaco che si celebrava sul promontorio della famosa vittoria ad ogni commemorazione ma nella penisola italica i primi giochi ci furono al tempo di Augusto, erano gli Italikà Rhomaia Sebastà Isolympia, giochi ginnici tenutesi a Napoli in onore proprio di Augusto che aveva aiutato la città dopo un terremoto ed ai quali il princeps assistette e fu agonoteta poco giorni prima della sua morte nel 14 d.C.
In vista del Certamen in onore di Giove previsto per l'anno 86 d.C., Domiziano decise di trasformarlo in un evento di maggiore coinvolgimento del certamen oratorio dove si cantavano le lodi di Giove e dell'imperatore stesso e come racconta Svetonio “istituì una triplice gara … musicale, equestre e ginnica assegnando assai maggior numero di corone che oggi non si usi; si gareggiava infatti con prose oratorie latine e greche, e, non solo citaredi, ma anche sonatori di ballate e sonatori semplici; e nella corsa a piedi gareggiarono anche le fanciulle.” Erano gare come quelle che si svolgevano in Grecia dove erano chiamate “agones”.
Domiziano dava così tanta importanza a questi nuovi giochi ch decise di realizzare un edificio che ne sarebbe stata la sede permanente: lo Stadio Domiziano.
Nacque così l'Agone Capitolino, giochi che si disputavano ogni cinque anni come i Giochi Olimpici con i quali, nelle intenzioni dell'imperatore, si ponevano in competizione per oscurarli.
In questa competizione oltre che atleti gareggiavano artisti di ogni tipo ed i vincitori ricevevano corone di alloro. Un precursore di questo tipo di competizioni a Roma fu Nerone, che istituì l'Agone Musico con gare di poesia, canto e suono degli strumenti, che unitamente alle gare ginniche, soprattutto corse di auriga andarono a costituire i Giochi Neroniani che si tennero nel 60 e 65 d.C.
Domiziano riprese quindi da un predecessore l'uso di questi giochi a cui potevano partecipare tutti i cittadini e li fece celebrare oltre che a Roma anche a Napoli e ad Alba. Altri imperatori dopo di lui istituirono competizioni simili come l'Agone Adrianale istituito da Adriano che si teneva ad Atene, l'Agone Iselastico istituito da Antonino Pio che si teneva a Puteoli,
Proprio da queste competizione che vedevano confrontarsi i poeti e che prevedevano che al vincitore fosse riconosciuto una specie di trionfo e l'incoronazione con l'alloro, nacque la tradizione delle competizioni che arrivarono fino al Barocco con riconoscimenti come quello che fu data al Petrarca in Campidoglio nel XIV secolo.
La consuetudine voleva che l'agonoteta o gimniasarca fosse colui che aveva finanziato i giochi, quasi sempre la persona più ricca della comunità e probabilmente a Roma il ruolo di agonoteta o ginnasiarca già dal tempo di Augusto era riservato al princeps. Nei municpia romani l'agonoteta era di solito il magistrato più importante e in genere era un uomo ma abbiamo anche testimonianze di matrone a cui fu riservato l'onore di essere agonoteta.
E' certo che Nerone amava fare il giudice ed anche di Tito sappiamo per quanto racconta Dione che fu più volte agonoteta, ruolo nel quale arrivò a pronunciare anche un elogio funebre per il pugile Melankomas più volte vincitore di giochi ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 27/06/2018)