Gli Dei Minori
La religiosità dei romani era tale che accoglievano nel loro pantheon tutti gli dei, dai loro dei arcaici che non confusero con quelli dei greci, agli dei che condivisero con i greci ma anche tutti gli dei propri dei popoli vinti/sottomessi. Svilupparono poi dei culti di divinità peculiari del loro sistema di valori e fondanti dell'etica della loro civiltà.
Originariamente al vertice dei pantheon romano si trovava la triade formata da Giove, Marte e Quirino. poi sostituita da quella composta da Giove, Giunone e Minerva. Nell'anno 217 aC., a seguito del dettato di un oracolo, venne concepito un sistema di dodici divinità articolato in sei coppie di divinità maggiori: Giove e Giunone. Nettuno e Minerva. Marte e Venere, Apollo e Diana, Vulcano e Vesta. Mercurio e Cerere chiamati anche Dei Consenti, ovvero gli dei che avevano il potere di “consentire” alle decisioni di Giove. Per alcuni storici erano un'emanazione degli dei consiglieri del Dio greco Tinia, ma anche Dei dell'Olimpo della Grecia.
Gli Dei Consenti avevano poi molti appellativi che corrispondevano ai loro attributi sia che fossero riferiti ai loro poteri che a luoghi particolari in cui c'era il loro culto. Ad esempio Jovis era Feretrius perchè a lui si portavano le spolie dei nemici, Stator perchè aveva fermato i Sabini, Diespiter perchè era padre del giorno, Capitolinus perché aveva un tempio sul Campidoglio ecc........ Poi vi erano gli Dei Selecti che erano otto: Giano, Saturno, Rea, Genio, Plutone, Bacco, Sole e Luna. Questi erano gli dei arcaici dei romani.
Le divinità maggiori, dii maiores, erano in totale venti ed al loro fianco figurava anche un consistente gruppo di divinità minori, dii minores anche queste divise in due ordini, Indigetes e novisendes o Semoni.
La venerazione di divinità minore non è peculiare del Romani perché anche i Greci avevano il culto di divinità che presiedevano a specifici eventi della vita come ad esempio i due fratelli gemelli Thanatos e Hipnos figli della Notte ed opposti tra loro quanto il primo era crudele e portava il sonno eterno, il secondo era buono e portava il sonno ristoratore.
I romani elaborarono dei loro dei minori ma proprio seguendo l'esempio greco a presiedere il riposo notturno avevano Orcus, ma era un Dio della Morte che con la sua falce mieteva quelli che dovevano trapassare. Da questa divinità è disceso sicuramente il nome di molte fiabe e racconti medievali come anche la sua iconografia è stata adottata nelle allegorie della vita da molti dei pittori rinascimentali e neo-classici.
Tuttavia quelle che devono essere considerate divinità minori peculiari dei Romani sono quelle che presiedevano alle virtù ed agli eventi particolari della vita. Nomi come Honos e Virtus ricordano subito le virtù che definiscono un popolo guerriero come quello romano; erano due divinità a cui si rivolgevano i soldati in battaglia e che avevano un grande tempio a loro dedicato fuori Porta Capena.
Anche le donne avevano al pari degli uomini delle divinità che rappresentavano la loro virtù e su tutti primeggiava la Pudicitia il cui culto veniva celebrato separatamente dalle donne patrizie e plebee. La pudicitia era sia una qualità morale che fisica, morale in quanto capacità di autocontrollo della libido e qualità fisica sempre minacciata dallo stuprum; tuttavia pur se fortemente connotata in ambito sessuale la pudicitia non è solo castità ma è anche assimilabile aa una “temperanza al femminile” ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 09/10/2017)