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Le città del Latium Vetus

Le città del Latium Vetus

I geografici romantici dovendo elencare le città del Latium Vetus vi includevano oltre Roma, Tybur, Tusculum, Alba Longa, Ostia, Lavinium, Antium, Gabii e Velitrae, ovvero le città che erano i centri dei territori dominati dalle genti di etnia latina con cui Roma dovette confrontarsi nei primi secoli della sua storia. I confini del Latium Vetus erano segnati dal corso del Tiber a nord e dal promontorio del Circeus a sud mentre verso l'interno il confine era dato dalle propaggini degli Appennini.
L'origine più scontata del nome sembrerebbe collegarlo alla lingua parlata dai Latini ed allora il termine potrebbe derivare da latus = ampio, piatto con un chiaro riferimento all'andamento orografico del territorio. Tuttavia questa interpretazione rivela i suoi limiti se si fa risalire a tempi vetustissimi quando ancora non esisteva neanche la Roma Quadrata e la regione era ancora chiamata Latiom che in realtà era un territorio molto piccolo di circa mille Kmq compreso tra Lavinium, Ostia, Roma ed Alba.
Dal punto di vista geologico è la la grande depressione tra il Vulcano Sabatino ed il Vulcano Laziale che è andata riempiendosi a partire dall'era quaternaria, riempimento a cui contribuì in modo consistente proprio il Tevere i cui detriti favorirono il formarsi di una pianura con rilievi dolci, le colline che andavano ad appoggiarsi ai rilievi calcarei del preappennino.
Le prime quattro comunità avevano molto in comune a partire dalle divinità; secondo Varrone i Penati di Roma erano gli stessi di Lavinium ed i magistrati romani onoravano i Penati di Lavinium e Vesta, la stessa che oltre a Lavinium era venerata ad Alba.
Sin dai tempi antichi tutti i cantori di Roma si sono posti il problema della individuazione del Latium Vetus, ma colui che cercò di realizzare una trama diacronica fu Virgilio a cui era necessaria per la scrittura delle vicende dell'Eneide che iniziavano proprio lungo le spiagge del Latiom. Nella sua ricostruzione egli torna all'età dell'oro, ai “Laurentia Regna” che fa corrispondere ai regni di Saturno, di Pico, di Fauno, di Latino, all'età del bronzo che era dominata dai Latini e non manca poi di citare quelle che erano per lui le più importanti città del Latium Vetus: ...Albam … Nomentum … Gabios … Fidenam … Collatinas … Pometios … Castrum Inui … Bolam … Coram....
Gabios … di questa importante città raccontavano molte fonti antiche, ma solo nel 1885 l'antica città potè essere individuata con certezza nell'area dell'antico  lacus Buranus o Sanctae Praxedis, e più recentemente conosciuto come Lago di Castiglione, al XII miglio della Via Prenestina. L'importanza della città discendeva dal trovarsi al crocevia dei camminamenti risalenti ai tempi protostorici, dalla via della transumanza che scendendo dai monti arrivava alle pianure meridionali del Lazio, alla strada che collegava l'Etruria con la Sabina per la vicinanza al guado sul fiume Anio (Aniene).
Fidenam … della città di Fidenae racconta Dionigi di Alicarnasso inserendole tra le trenta colonie fondate da Alba e tra le sei che si trovavano al confine nord; si trovava a quaranta stadi da Roma e sebbene Livio ne indichi un'origine etrusca, molte testimonianze epigrafiche arcaiche ne dimostrano l'origine latina.
La città certo subì notevolmente l'influenza della vicina città etrusca di Veio di cui sin dal IX secolo a.C. si confrontò occupando il territorio in sponda destra del Tevere dalla confluenza con l'Aniene sino al Malpasso e comprendeno anche la foce della Valchetta nel Tevere. La fondazione latina di Fidenae è testimoniata dal cospiscuo materiale arheologico che risale alla prima età del ferro.
Una città che gli antichi non indicavano come appartenente al Latium Vetus è Satrycum, tra questi non c'era Plinio che nella Naturalis Historia la inserisce tra le clara oppida … in Latio. Gli scavi condotti nel sito dove sono stati individuati i resti dell'amtica città rasa al suolo da Roma nel 346 a.c., indicano che non era meno grande ed importante di Albalonga. La sua estensione è stimata in quaranta ettari quadrati è quindi notevolmente più estesa di quella parte scavata sull'Acropoli attorno al Tempio di Mater Matuta, il solo edificio che i romani risparmiarono dalla distruzione totale che invece toccò al resto della città



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 10/09/2019)