Circo Flaminio
Nel 221 a.C. il censore Caius Flaminius Nepos costruì nei terreni di proprietà della sua famiglia uno dei monumenti più importanti di Roma, un circo che doveva avere forma stabile e dove si potessero tenere i ludi per il popolo. La costruzione richiese meno di un anno perché in realtà si dovette preparare la platea mentre la struttura prevedeva solo delle gradinate in legno per magistrati e sacerdoti mentre tutti gli altri spettatori assistevano in piede allo spettacolo.
Nella tradizione repubblicana gli edifici per gli spettacoli erano costruiti in legno anche se erano considerati permanenti in quanto insistenti in aree in cui era stato decretato l’uso esclusivo per gli spettacoli, per questo motivo nella Forma Urbis Severiana del terzo secolo d.C., e quindi a ancora a distanza di secoli, nella zona orientale del Campo Marzio è riportata la dicitura Circus Flaminius che identifica delle strutture molto diverse da quelle che raccontano le fonti letterarie.
Quando fu realizzato il Circo Flaminio già esisteva il Circo Massimo ma quest'ultimo era usato solo per le corse dei carri; dalle testimonianze letterarie si è cercato di capire quali fossero i ludi che si tenevano nel Circo Flaminio, con certezza si sa che solo nel Circo Flaminio potevano essere tenuti i Ludi Plebei ed i Ludi Taurii, questi ultimi erano corse di cavalli montati da fantini.
Il Circo Flaminio in origine era poco più che un recinto che delimitava l’antico Campo Flaminio o prata flaminia, nome con cui fu indicato almeno fino in età augustea; come tutti i circhi di età repubblicana era un'ampia spianata dove si erigevano delle strutture in legno e tale doveva ancora essere ancora quando vi si celebrano i Ludi Taurei del 145 d.C. anche se la sua forma doveva essere molto cambiata. Gli studiosi ritengono che l’area del Circo non fu mai delimitata da costruzioni fisse in muratura per un precisa scelta funzionale: si volle lasciare un ampio spazio aperto che potesse adattarsi ad usi diversi. Qui infatti Augusto nel 9 d.C. tenne l’orazione funebre per la morte di Druso e poi nel 2 a.C. vi organizzò una caccia acquatica al coccodrillo; sempre qui nel 81 d. C. Vespasiano decise di far partire la pompa del grande trionfo suo e del figlio Tito per la vittoria in Giudea.
Il Circo fu utilizzato secondo alcuni studiosi anche per altre finalità: vi si svolsero quasi sicuramente anche i concilia plebis, assemblee generali delle tribù plebee, e probabilmente anche le distribuzioni di grano prima della costruzione del Porticus Minucia.
Probabilmente mantenne la sua funzione per lungo tempo se ancora nel IV secolo d.C. in Roma erano menzionati due circi, Maximus et Flaminius.
Per quanto riguarda le sue dimensioni é da supporre che Flaminio Nepote avesse chiaramente individuato l'area del circus ad est a partire dal vicino Tempio di Apollo Medico e dal Tempio della Pietas, a sud dalle sponde del Tevere, ad ovest probabilmente dal Amnis Petronia che poi si immetteva nel Tevere ed a nord.
L'ipotesi che il limite ad ovest fosse il piccolo corso d'acqua del Amnis Petronia pare suffragata dalla ricostruzione del Circo Flaminio di Pirro Ligorio che inserisce un corso d'acqua che indica come l’Euripus costruito da Agrippa che però scorreva più a nord oltre il Porticus Minucia, mentre non si può escludere che fosse proprio l’Amnis Petronia. Gli archeologi ritengono che la posizione del circus costruito da Flaminio Nepote debba essere considerata tra la via del Portico di Ottavia ed il Tevere da una parte, il Teatro Marcello ed il Monte de'Cenci, dove si trovava il lato curvo, dall'altra anche se l'orientamento deve essere dipeso dalla posizione parallela rispetto ad una via arcaica che metteva in comunicazione il Tarentum con la Porta Carmentalis alla base del Campidoglio.
La posizione fra il corso del Tevere e quello del suo affluente faceva del circus un'area facilmente soggetta ad inondazioni che per altro nell'area si sono succedute sino al XIX secolo ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 17/09/2019)