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Chiesa Santa Prassede

Sulla cima del Clivo Suburano, tra i vicoli tardo medievali dell'Esquilino si trova una delle chiese paleocristiane di Roma che custodisce degli splendidi mosaici absidali ed un ciclo pittorico che risale all'alto medioevo. La chiesa paleocristiana venne costruita sopra un titulus, la casa di un importante uomo politico romano, il senatore Pudente che fu uno dei primi patrizi a convertirsi alla nuova religione e che fu anche in contatto con San Paolo.
Secondo quanto raccontato nei “Leggendari” romani a metà del II secolo d.C. le sue due figlie Pudenziana e Prassede, dopo la morte del padre, trasformarono la loro domus in una luogo di culto, un titulus dove pochi anni dopo Papa Pio I concesse loro di realizzare un battistero dove poter dare il battesimo ai romani che si convertivano al cristianesimo. Ma Pudenziana morì a soli sedici anni e Prassede continuò con l'aiuto di un prete che le venne affiancato dal papa la sua opera di evangelizzazione.
La tradizione cristiana, senza considerare gli impossibili salti cronologici, racconta che al tempo di Antonino Pio, Prassede accolse molti fedeli nella sua domus titulus durante le persecuzioni delle numerose sette guidate da maghi ed astrologi che si erano diffuse nell'Urbe e tra le quali era inclusa anche la nuova religione proveniente dalla Giudea. L'imperatore per contenere quelle adesioni che considerava pericolose per la stabilità dello stato, impose la deportazione per i cittadini honestiores e la pena di morte per gli humiliores e di questo provvedimento furono vittime anche adepti alla nuova religione cristiana appartenenti ai ceti più bassi.
Furono questi humiliores che vennero ospitati da Prassede ma la giovane non poteva salvarli dalla morte, poteva solo dare il suo conforto e poi per pietà cristiana dare sepoltura alle loro spoglie; la tradizione tramanda che era presente alle esecuzioni e che si adoperava per raccogliere il sangue di questi sacrifici per la fede.
L'immagine iconografica di Santa Prassede la mostra infatti raffigurata nell'atto di asciugare da terra il sangue versato dai martiri. Addolorata per tutte quelle morti, Prassede chiese di poterne condividere le sorti e così morì anche lei come martire; le sue spoglie vennero sepolte con quelle della sorella Pudenziana e del padre nelle catacombe di Priscilla lungo la Via Salaria.
La casa di Prassede secondo la tradizione divenne luogo di culto conosciuto come titulus Praxedis. Esiste peraltro un'altra versione sulle origini della chiesa che la vorrebbe ricavata dalle Terme di Novatio; questa origine sembrerebbe confermata anche da una corretta lettura del Liber Pontificalis che descrive la chiesa come il luogo di culto costruito sulle thermas Novati in vico Patricio.
Le due storie si incrociano negli Acta Pudentiana secondo i quali il senatore Pudente oltre le due figlie, Prassede e Pudenzina, aveva anche due figli Novato e Timoteo. La domus paterna con il titulus rimase dopo la morte di Prassede a Novato, dovrebbero far risalire così l'apertura del balneum conosciuto come Thermae Novatianae . La prima attestazione del titulus Praxedis è data dall'epitaffio del presbitero Argyrius che la figlia fece realizzare nel 489 per la tumulazione nella catacomba di S. Ippolito. Questo reperto archeologico testimonia come già nella seconda metà del V secolo il titulus Praxedis fosse retto da un presbitero.
In un'ideale percorso di visita delle Chiese romane probabilmente Santa Prassede dovrebbe essere inserita come terza tappa di un cammino di scoperta e comprensione dell'architettura cristiana che dovrebbe iniziare con Santa Maria Antiqua per poi proseguire nella basilica dei SS. Cosma e Damiano nel Foro.
Pasquale I, a cui si deve anche l'edificazione di altre due importanti basiliche romane quella di Santa Cecilia e quella di S. Maria in Domnica al posto dei titulus, scelse di darle un impianto simile alla basilica costantiniana di San Pietro considerandola, come quella, una chiesa legata al sacrificio dei martiri.
La chiesa paleocristiana era profondamente inserita nel tessuto urbano ed anche quando Pasquale I nel 817 volle ricostruirla, per farla diventare il luogo dove poter venerare le reliquie dei martiri della prima ora, non poté ignorare la posizione nel tessuto urbano ed in particolare la vicinanza con la Basilica di Santa Maria Maggiore e del clivus suburanus che da est, attraverso la Porta Esquilina, consentiva l'accesso a Roma.
Gli storici si interrogano sulle ragioni che guidarono le scelte di Pasquale I circa la localizzazione ed il tipo di impianto per una chiesa che doveva sostituire il vecchio titulus ma che era completamente nuova. Nel Liber Pontificalis si legge che la ricostruzione avvenne in in alio non longe demutans loco, quindi non distante dalla chiesa precedente il Papa volle costruire la nuova chiesa e lo spostamento si spiega solo con il progetto di un complesso più ampio e le cui funzioni dovevano essere maggiori rispetto a quelle di una semplice parrocchia per gli abitanti del colle Esquilino ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 20/09/2024)




Basilica di Santa Prassede, IX secolo – Facciata a capanna – Roma IT

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Scipione Pulzone: Santa Prassede raccoglie il sangue dei martiri

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Basilica Santa Prassede, pianta – Roma IT

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Chiesa di Santa Prassede, interno – Monti, Roma IT

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Basilica Santa Prassede, Colonna della flagellazione – Roma IT

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