Le Carceri di Roma Antica
Nell’antica Roma il carcere non era una pena in sé, ma serviva a custodire il colpevole di un reato in attesa del processo ed il condannato alla pena capitale o alle altre pene corporali secondo la ius talioni, la legge del taglione.
In età repubblicana le sentenze venivano eseguite immediatamente, poi durante l’impero le pene cominciarono ad essere meno rigide e le procedure più complicate per cui accadeva che passasse molto tempo tra la condanna e l’esecuzione.
La leggenda che va immediatamente sfatata è che a Roma esistesse un solo carcere, il Tullianum, conosciuto anche come Carcere Mamertino; basta riflettere appena per rendersi conto che una città che arrivò ad avere circa due milioni di abitanti doveva avere un buon numero di persone che arrecavano danno alla persone ed alle proprietà altrui; ed inoltre nelle basiliche si tenevano i processi con frequenza regolare. Nel Foro c’erano due basiliche, gli imperatori costruirono altre basiliche, in Campo Marzio c’erano altre basiliche: i processi erano molti ma dove venivano custoditi questi colpevoli, tutti nel Tullianum?
La conferma dell’esistenza di altre prigioni pubbliche si ha anche da un brano di Ulpiano che riporta un rescritto dell’Imperatore Adriano, quando questo si stava occupando di formalizzare i regolamenti per la gestione dei carcerati; il brano in particolare riguardava i pannicularia, ovvero la gestione degli effetti personali dei carcerati. Inoltre, dall’inizio del III sec. d.C. esistevano dei funzionari i commentarienses che avevano compiti di polizia penitenziaria, il che appare eccessivo per un solo carcere e piccolo come il Tullianum.
Il Tullianum o Carcere Mamertino era il carcere per i colpevoli di reati contro lo stato, reati di lesa maestà ed per i nemici di Roma; basta ricordare i nomi dei personaggi che vi furono rinchiusi: Ponzio re dei Sanniti (responsabile del grave oltraggio delle Forche Caudine) nel 200 a.C., Giugurta re della Numidia nel 104 a.C. che fu fatto morire di inedia, Lentulo e Cetego i complici di Catilina nel 60 a.C., Vercingetorige capo dei Galli nel 49 a.C. vi fu decapitato, Seiano il potente capo dei pretoriani di Tiberio anche lui decapitato nel 31 d.C.. Non vi furono imprigionati invece Pietro e Paolo perché la storia della loro carcerazioni nel Carcere Mamertino è una leggenda medievale, tuttavia oggi il carcere è ricordato come la loro prigione e gli aneddoti sono moltissimi.
Il Tullianum si trova sul Campidoglio e fu ricavato utilizzando le cave di tufo che esistevano già nella prima età del ferro X e IX sec. a C.; si trattava di una serie di gallerie (lautumiae) scavate nel ventre del colle a che potevano ospitare un numero ridotto di colpevoli e/o condannati. Secondo la leggenda il carcere sarebbe stato ricavato da Anco Marzio ed il nome di Tullianum gli deriva da una polla d’acqua , “tullus”, che affiorava all’interno delle cave.
Il carcere, consiste di due grotte sovrapposte di cui quella al livello più basso, in antichità, aveva l’accesso da una botola ed era la cella vera e propria da cui era impossibile fuggire; la grotta superiore era il posto di guardia e dove venivano eseguite le condanne di solito per decapitazione o strangolamento, una scala portava poi al livello superiore che era in comunicazione con l’esterno e, attraverso i corridoi sotterranei con altre celle ma di questo collegamento non si sa più nulla ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 15/07/2015)
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