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216 a.C. - La Battaglia di Canne

216 a.C. - La Battaglia di Canne

Era un giorno torrido di agosto quando Annibale ebbe modo di infliggere a Roma una delle più amare sconfitte della sua storia. Per Roma fu molto di più, non solo una disfatta sul campo di battaglia ma il fallimento della sue stesse istituzioni; la sua organizzazione militare dimostrò tutta la propria debolezza nella linea di comando le cui decisioni erano influenzate più dalle ingerenze della politica e dai personalismi che dalla strategia della guerra.
Il campo di battaglia fu scelto dal caso, nessuna intuizione strategica aveva indotto Annibale a scendere verso le terre degli Apuli ma solo la necessità di approvvigionare il suo esercito di grano che requisì nelle grandi aziende agricole delle valli dove secondo il mito avevano trovato una nuva casa Diomede ed i suoi compagni.
Dovette farlo all'indomani della battaglia del Lago Trasimeno (217 a.C.) quando dopo aver sbaragliato l'esercito romano aveva la possibilità di marciare direttamente su Roma ed invece preferì dirigersi verso sud per cercare di fare suoi alleati i popoli campani. Per convincerli a passare dalla sua parte usò come strumento di pressione l'oppressione e la violenza: bruciò i raccolti e devastò alcune città per dimostrare che Roma non poteva più proteggerli ma le terre campane erano state colonizzate da tempo e nell'entroterra i popoli di origine sannita erano stati sostituiti da coloni fedeli a Roma; alcune di quelle città erano divenute municipium ed avevano trovato vantaggio dall'essere territori romani. L'esercito romano dopo la disfatta del Trasimeno era stato ricostituito ed affidato ad un dittatore, Quinto Fabio Massimo, che preferì in quel momento adottare una tecnica di contenimento dello strapotere di Annibale e senza affrontarlo direttamente gli rendeva difficile l'approvvigionamento; fu per questa tattica da guerriglia che Fabio Massimo si guadagnò l'appellativo di “Temporeggiatore”.
Il grande esercito cartaginese che aveva scavalcato le Alpi nel 218 dopo aver sconfitto i romani sul Trebbia e poi al Lago Trasimeno era cambiato. Non c'erano più i 37 elefanti che dopo il caldo della Numidia patirono il freddo alpino e morirono tutti eccetto Surus l'elefante di Annibale; minori le perdite tra i cavalieri numidi che furono sempre tra 3500 e 5000 perchè il loro numero veniva prontamente reintegrato con invii di nuove forze da Cartagine; ugualmente poche furono le perdite tra i frombolieri Baleari e le perdite della fanteria pesante furono bilanciate dagli armati che riuscì ad arruolare in Italia trai Galli Boi che Roma aveva sottomesso e mal sopportavano la dominazione, inoltre altri popoli delle città del centro-sud dopo la grande vittoria del Trasimeno si unirono ad Annibale sperando che le avrebbe compensate con una maggioreautonomia rispetto a Roma. Prima della grande battaglia in campo aperto tra i due eserciti ci furon scontri nei territori del Sannio.
Fabio Massimo dopo che era fallito il suo tentativo di accerchiare Annibale il quale si era aperto un passaggio con lo stratagemma di legare delle torce sulle corna di circa duemila buoi - spingendoli di notte contro le postazioni romane che i soldati di Fabio Massimo abbandonarono pensando di essere soverchiati da così tanti cavalieri – dovette tornare a Roma e spiegare al Senato perchè la sua strategia non funzionava. Mentre era a Roma il suo magister equitum Minucio prese l'iniziativa di attaccare Annibale riuscendo a vincere quello scontro; arrivata a Roma, la notizia di quella vittoria indusse i senatori a dare a Minucio poteri uguali a quelli di Fabio Massimo. I due comandanti erano in disaccordo sulla strategia ed avevano accampamenti separati, tuttavia un episodio li fece riconciliare: Fabio Massimo intervenne in aiuto di Minucio che con i suoi legionari stava soccombendo ai soldati di Annibale. Alla fine del 217 a.C. né Fabio Massimo, né Minucio avevano ottenuto risultati positivi e lasciarono la guida dell'esercito ai consoli eletti per il 216 Terenzio Varrone ed Emilio Paolo che arrivarono in Apulia all'inizio dell'estate.
Nel frattempo Annibale aveva lasciato i quartieri invernali e sceso al sud aveva preso ... il Castello di Canne (tra Canosa e Barletta), che dominava il piano canosino, e che fino allora aveva servito di magazzino principale ai Romani. ( T. Mommsen)
In quei territori le legioni romane si avvicinarono all'esercito cartaginese ed Annibale capì che doveva affrontarle in campo aperto per una forte azione dimostrativa che potesse essere anche risolutiva.
Le fonti storiche hanno tramandato che lo scontro avvenne nei pressi del fiume Aufidus ( nome latino del fiume Ofanto) ma alcune incongruenze nelle informazione e receni rilievi archeologici e topografici sembrano avallare la nuova ipoesi cheil fiume sulle cuirive avvenne lo scontro si stato il Fortore ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 28/09/2021)




Bibliografia:

  • - Theodore Mommsen: Storia di Roma