Augusto e i Ludi del 17 a.C.
Nel momento in cui tutto sembrava corrispondere al suo programma politico Augusto decise di consacrare i risultati raggiunti nei festaggiamenti che simbolizzavano il passaggio di una epoca. Lo stato romano era stato pacificato ed anche con i Parti erano stati stabiliti regole dopo che avevano restituito le insegne perse da Crasso a Carre, inoltre nel 17 a C. era previsto il passaggio di una cometa.
Questi furono i motivi principali, anche se nn i soli, per cui Augusto proclamò tra il 30 maggio ed il 3 giugno del 17 a.C. la celebrazione deI grandi Ludi Saeculares. Questi erano i Ludi che i romani indicevano a grandi distanze di tempo per celebrare i grandi cambiamenti.
Per essere sicuro di rispettare il cerimoniale isituito dagli avi, Augusto affidò l'incarico ad Ateio Capitone, uno dei più importanti giureconsulti del suo tempo, di ritrovare negli Annalesee tra le testimonianze antiche tutte le informazioni utili a tracciare ilprogramma delle celebrazione e quanto altro necessario per la solennità del momento.
I Ludi erano per i romani un complesso di avvenimenti in cui la celebrazione dei riti religiosi prevedeva anche lo svolgimento di attività ludiche che coinvolgevano tutto il popolo di Roma; i giochi potevano comprendere duelli di gladiatori, naumachie, gare ginniche ed equestri e rappresentazioni teatrali; potevano essere privati o pubblici, e l’onere del costo veniva assunta più spesso dai personaggi più importanti che non dallo stato. In genere avevano cadenza annuale ed erano celebrativi degli dei o commemorativi di eventi importanti; i più importanti erano i Ludi Saeculares che i più fortunati potevano vedere almeno una volta nella vita. In tutta la storia di Roma Antica furono celebrati poche volte perché venivano indetti a grande distanza di anni.
Valerio Publicola nell’anno 509 a.C. aveva istituito dei Ludi da celebrarsi di notte presso il Tevere, per invocare la prosperità e la libertà del popolo romano; si celebravano nel Terentum, dove esisteva un'ara sotterranea sacra a Dite e a Proserpina a cui andavano offerti sacrifici con cerimonie solo notturne.I primi ludi furono celebrati nel 509 a.C., i seguenti ci furono nel 348 a.C.; nel 249 il decemviro Popilio Lenate avrebbe deciso di rinnovarli ad ogni fine di secolo, e stabilito la loro durata di 3 giorni e di 3 notti. Sebbene chiamati ludi saeculares in realtà non furono celebrati precisamente alla fine di ogni secolo, ma soltanto a grande distanza di anni; da Popilio Lenate ad Augusto furono celebrati tre volte (249, 146, 17 a. C.), circa ogni 100 anni.
Fortunatamente per comprendere la portata dell’evento che i Ludi Saecolares rappresentavano ci si può riferire ad una ricca documentazione epigrafica che va dall’iscrizione di Publio Valerio Publicola, ritrovata nel 1977 a Satricum nel territorio di Anzio, agli acta ed a tutti i contributi letterari che ci hanno lasciato Tito Livio, Varrone, Svetonio, ed altri.
Il Lapis Satricanus è il documento che ha permesso di stabilire con certezza l’anno in cui i Ludi furono indetti per la prima volta; l’epigrafe riporta il testo frammentario della dedica di un dono votivo a Marte, il cui nome è riportato nell’arcaica forma raddoppiata Mamartei → Marti, con il nome di Publio Valerio, sicuramente il console suffetto che sostituì Collatino nel 509 a.C..
La nascita dei Ludi Saeculares affonda nella mitologia; la leggenda vuole che un sabino di nome Valesius pregò Mamerti per avere una cura pe i propri figli malati, il dio diede l’indicazione dei sacrifici che dovevano essere fatti all’altare di Proserpina e di Dite, le divinità dell’oltretomba; il Valesius della leggenda era l’antenato del console Publio Valerio Publicola appartenente alla gens Valeria.
La gens Valeria celebrò i sacrifici al Terentum, in extremo Campo Martio, e per questo inizialmente i Ludi si chiamarono Terentini ( o Tarantini) e furono una celebrazione a prevalente carattere privato della gens Valeria che almeno fino al 348 a.C. ne assunse l’organizzazione e l’onere. I Ludi successivi furono celebrati nel 249 a.C. e furono statalizzati nel momento tragico della Prima Guerra Punica.
Gli studiosi moderni hanno cercato di stabilire, sulla base delle testimonianze degli scrittori e cronisti dell’antica Roma, il numero dei Ludi Saeculares, ricerca per cui è considerato fondamentale il testo di Censorino (Filippo Coarelli) da cui si evince ...
di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 18/09/2020)
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