Athenaeum di Adriano
Quando ritornò dal suo lungo viaggio in Asia Minore nel 135 d.C., Adriano volle istituire un Atheneum sul modello degli auditoria che esistevano in diverse città dell'Impero. La costruzione di un edificio che avesse la funzione di permettere agli intellettuali di esprimere le loro idee o semplicemente di rendere noti i loro componimenti è la testimonianza dell'amore che l'imperatore aveva verso l'oratoria ma che anche dell'importanza che le attribuiva come strumento di dominio.
Per molti anni archeologici e storici hanno dibattuto su cosa fosse in realtà l'Atheneum di Roma; secondo alcuni era un edificio sul tipo di quello di Atene, per altri era un complesso di edifici, per altri era una palestra letteraria per i rappresentanti della Seconda Sofistica e per altri ancora un luogo di iniziazione alla comprensione dei Misteri Eleusini. Questa ultima interpretazione è di Sesto Aurelio Vittore , storico del IV secolo per il quale Adriano avrebbe costruito il complesso degli edifici già nel 125 come offerta personale nel percorso di comprensione imposto dall'oracolo sulla strada della conoscenza e che il filosofo definì ludum ingenuarum artium.
Filostrato da parte sua racconta come il sofista Adriano di Tiro ebbe qui la cattedra di retorica.
Gli studiosi si sono trovati anche a discutere quali fonti letterarie potevano essere attendibili e considerando tali “… Aurelio Vittore nella Historia Augusta, due passaggi di Sidonio Apollinare, Dione Cassio, Filostrato, Simmaco, e forse i due passaggi di San Geronimo che nominano l'istituzione” (A. Lopez Garcìa), ne hanno dedotto che era sicuramente una scuola superiore, una università dove avevano la loro cattedra dei retori ma era anche un luogo dove si potevano tenere adunanze pubbliche in cui parlavano gli oratori, così come è certo che tra le sue pertinenze vi fosse anche una biblioteca. Ciò che è certo che gli antichi si riferivano agli auditoria come ad un complesso costituito da più edifici.
Preziose indicazioni per l'identificazione del Atheneum le ha fornite Sidonio Apollinare; la sua passione per la cultura lo vede promotore delle arti nella Roma del V secolo e compositore di un panegirico per l'imperatore Avito che gli valse la carica di praefectus Urbi ed i solenni onori pubblici nel Foro di Traiano dove gli fu eretta una statua “inter auctores utriusque fixam bybliothecae”, collocata tra le due biblioteche dove erano le altre statue degli scrittori; Sidonio Apollinare nel V secolo ebbe così l'onore di avere una sua statua posta tra le due biblioteche di modo che poteva guardare la statua di Traiano, posta sulla sommità della colonna che ricordava la conquista della Dacia.
L'Atheneum era ancora, nel V secolo, il luogo dove i poeti leggevano pubblicamente le loro opere, lettura a cui assistevano i letterati, i politici ma soprattutto la gioventù aristocratica che con quella completava la propria formazione e traeva indirizzi di conoscenza.
La funzione primaria dell' Atheneum tuttavia era altra, era il luogo dove i poeti leggevano i panegirici che erano la celebrazione dell'imperatore come “dio vivente” all'interno di un rituale ben preciso le cui fasi erano: sacrificio ed auspicia, poi il corteo dell'imperatore e del seguito di sacerdoti, magistrati e senatori fino al Atheneum ed infine l'audizione del poeta. Testimonianza diretta di questa prassi è in un'episodio della vita di Pertinace raccontato nella Historia Augusta e secondo la quale l'imperatore fu costretto a rinunciare alla “processionem, quam ad Athenaeum paraverat, ut audiret poetam” a causa di un auspicium negativo durante il sacrificio.
A Sidonio Apollinare si devono le maggiori indicazioni per a corretta localizzazione dell'Atheneum e per comprendere la sua funzione come luogo di celebrazione dei trionfi letterari che venivano celebrati dopo la lettura pubblica di composizioni encomiastiche dell'imperatore e che erano considerate utile alla formazione letteraria e politica dei giovani aristocratici destinati a divenire parte della classe senatoria.
I letterati, peraltro non leggevano panegirici solo dell'imperatore vivente ma anche degli eroi mitici, di personalità che avevano reso grane Roma, generali, uomini politici e imperatori defunti; in un passo della Historia Augusta si legge appunto che Settimio Severo amava presenziare a queste letture fatte nell'Atheneum mentre disdegnava le composizione encomiastiche che lo riguardavano ...
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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 23/01/2018)
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