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167 a.C. Trionfo di Lucio Paolo Emilio

Gli etruschi tributavano ai loro generali che tornavano vincitori dalla guerra il riconoscimento del loro valore con un rito celebrativo a cui doveva essere presente tutto il popolo; questi riti con cui il popolo si inebriava della propria grandezza ottenuta attraverso le gesta dei propri condottieri arrivò a Roma con i re etruschi e prese il nome di Trionfo.
La storia leggendaria di Roma racconta invece che il primo trionfo fu quello celebrato da Romolo per la sconfitta che inflisse ai Caeniensi e per la quale ottenne anche il riconoscimento delle Spolia Opima per avere ucciso in duello il loro capo Acrone, ma il Trionfo che è entrato nel mito è quello che il Senato concesse a Lucio Emilio Paolo il vincitore di Pidna.
Per ottenere il trionfo, il condottiero con la sua vittoria doveva aver conseguito alcuni obiettivi che andavano a maggior gloria di Roma ma anche dimostravano chiaramente il suo valore come vir militaris e come conducator. In primis con la vittoria doveva aver contribuito all'ampliamento dei territori dominati da Roma e poi in una sola battaglia il suo esercito doveva aver ucciso 5.000 nemici ma allo stesso tempo non doveva aver subito forti perdite, inoltre il conducator doveva aver guidato personalmente le legioni in battaglia e queste riuscendo vittoriose dovevano averlo acclamato imperator. Quando queste condizioni si verificavano il generale poteva fare richiesta, per scritto, al Senato di Roma che gli fosse riconosciuto il Trionfo, ovvero di rientrare a Roma con le sue legioni e con il bottino di ricchezze – ori, argenti, opere d'arte, denari e schiavi -in un lungo corteo tra la folla acclamante. Il generale vittorioso doveva aspettare la risposta del Senato fuori delle mura e solo quando gli fosse stato concesso il Trionfo poteva entrare nell'Urbe dalla Porta Triumphalis e seguire il percorso stabilito fino al Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Capitolium dove avrebbe onorato il dio e depositato le spolia del nemico nelle favisse del tempio.
L'evento che celebrò la vittoria di Emilio Paolo Macedonico ottenuta nella campagna contro Perseo è rimasto nell'immaginario collettivo per sempre sicuramente per il bottino, ma ancor di più per la sua durata; ci vollero tre giorni perché il corteo sfilasse ed il trionfatore arrivasse al Tempio di Giove sul Capitolium. Ci sarebbero stati altri trionfi, come quello di Tito e Vespasiano, in cui il bottino sarebbe stato ancora maggiore ma il trionfo di Aemiliu Paullus conservava un valore etico e poltico superiore rispetto a quello dei Flavi perché celebrava la superiorità di una potenza giovane come quella romana sull'antica civiltà greca che aveva permeato della sua cultura tutti i paesi del Mediterraneo e questa valenza dell'evento fu immediatamente percepita anche dal popolo romano quando vide che dietro il carro del vincitore procedevano in catene il grande re Perseo e i suoi figli. La dinastia macedone era ai piedi di Roma e così la Grecia nonostante la superiorità della sua cultura.
Tutto il popolo fu grandemente impressionato dal trionfo di Lucio Emilio Paolo tanto che venne riportato sia nei Fasti Capitolini che nei Fasti Urbisalvienses con una nota relativa alla sua durata.
Sembra inoltre che il popolo di Roma si commosse vedendo i figli di Perseo in catene perché la vista di quei ragazzi rimandava alla memoria il figlio che il trionfatore aveva da poco perso ed a cui sarebbe seguito ben presto un altro.
Il grande bottino che Lucio Emilio Paolo riportò a Roma non era solo il frutto delle razzie nelle città della Macedonia ma anche di quelle dell'Epiro che avevano sostenuto Perseo. L'analisi dei fatti storici poi rivela anche delle strategie politiche, e non solo di Roma, in vista della riorganizzazione politica di tutta l'area che fino a Pidna era stata sotto l'egemonia macedone.
Dopo aver vinto a Pidna il console mandò a Roma il messaggio con cui comunicava il successo su Perseo e l'annientamento del suo esercito di 20.000 uomini, chiedendo anche istruzioni su come doveva trattare i vinti. Cosa fece poi il generale nel lasso di tempo che intercorse tra la fine della battaglia ed il rientro a Roma è stato raccontato da Polibio ma anche da Tito Livio e Plutarco.
Il Senato gli risposte ordinandogli di dare una punizione a tutte le città dell'Epiro che si erano schierate dalla parte di Perseo. Non fu una decisione facile quella che prese il Senato di Roma di punire l'Epiro e gli storici stanno ancora dibattendo su quali furono le vere ragioni della decisione ...



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di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 17/01/2022)




Claude Vernet – Trionfo di Lucio Emilio Paolo su Perseo, 1789

Claude Vernet – Trionfo di Lucio Emilio Paolo su Perseo, 1789



Statua attribuita a Lucio Emilio Paolo riemersa da Punta Serrone – Museo Archeologico di Brindisi

Statua attribuita a Lucio Emilio Paolo riemersa da Punta Serrone – Museo Archeologico di Brindisi



Jean-François-Pierre Peyron – Perseo chiede clemenza a Lucio Emilio Paolo, 1802

Jean-François-Pierre Peyron – Perseo chiede clemenza a Lucio Emilio Paolo, 1802



Michele Alberti e Jacopo Rocca – Trionfo di Lucio Emilio Paolo, affresco 1569. Sala dei Trionfi – Musei Capitolini

Michele Alberti e Jacopo Rocca – Trionfo di Lucio Emilio Paolo, affresco 1569. Sala dei Trionfi – Musei Capitolini