Cimitero acattolico di Testaccio
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La storia della presenza di un sito dove potessero riposare coloro che hanno amato Roma rimanda l’immagine della città che era una tappa obbligata del Grand Tour, ma è anche testimone dei molti artisti, pensatori, viaggiatori od anche solo visitatori che hanno soggiornato nella Città Eterna.
L’uso di seppellire i protestanti o comunque le persone di religione non cattolica fuori della mura di Roma risale a quando vissero in esilio a Roma alcuni membri della corte degli Stuart; Papa Clemente XI nel 1716 concesse formalmente il permesso che l’area compresa tra la Piramide Cestia e le Mura Aureliane potesse essere usata per seppellire tutti i non cattolici. Solo nel 1821 fu dato un lotto che potè essere recintato; fu poi ampliato in due momenti successivi ed oggi è secondo l’accordo con il Comune di Roma, un monumento di rilevanza culturale sottoposto a salvaguardia.
La tomba che riporta la data più antica risale al 1718 ed è quella del dottor Arthur, c’è poi quella di un viaggiatore inglese anonimo del 1723 e di Langton, studente di Oxford deceduto nel 1738 per una caduta da cavallo.
Molti personaggi storici, artisti e studiosi riposano in questo cimitero e tra loro forse i più noti sono i due poeti romantici inglesi John Keats e Percy Bysshe Shelley.
Qui si trova anche la tomba di Henrietta Hertz (1846-1913), collezionista di opere d’arte e fondatrice della Biblioteca Hertziana che riuscì a portare nell’importante sede di Palazzetto Zuccari a Trinità dei Monti. Qui riposano anche due eccentrici e ricchissimi americani che agli inizi del novecento vivacizzarono la cronaca mondana di Roma. George ed Henrietta Wurst; comperarono e restaurarono la Villa Sciarra al Gianicolo che, alla morte di George, Henrietta Wurst donò al Duce perché ne facesse un parco per i cittadini di Roma. Anche uno degli scrittori americani della beat generation riposa a Roma, Gregory Corso (1930-2001).
Tra i nomi tedeschi spicca August von Goethe (1789-1830), l’unico dei cinque figli di Johann Wolfgang von Goethe a raggiungere l’età adulta che morì a Roma durante un viaggio.
Vi sono anche molti nomi russi e, se dopo la rivoluzione del 1917 molti era gli esuli appartenenti a famiglie aristocratiche, durante l’ottocento era soprattutto artisti; dal 1852 vi riposa Karl Pavlovich Brullov, è stato il primo pittore russo ad essere famoso in occidente, la sua opera più conosciuta è “L’ultimo giorno di Pompei” che fu paragonato da Pushkin e Gogol ai migliori lavori di Rubens e Van Dyck.
Tanti sono anche i nomi di italiani famosi: lo scrittore Carlo Emilio Gadda (1893-1973), il filosofo e politologo Antonio Gramsci ( 1891-1937), il filosofo e politico Antonio Labriola (1843-1904), il il poeta Dario Bellezza (1944-1996), la scrittrice Luce d'Eramo (1925-2001), la stlista di moda Irene Galiztine (1916-2006).
di M.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATA (Ed 1.0 - 02/11/2016)